È morta per Covid all’età di 96 anni Lidia Menapace. L’ex senatrice, una delle ultime testimoni della Resistenza, si è spenta alle 3.10 nel reparto di malattie infettive dell'ospedale di Bolzano. La Menapace è stata nel 1964, da militante della Democrazia Cristiana, la prima donna eletta in consiglio provinciale a Bolzano e la prima donna in giunta provinciale. Attivista del movimento pacifista e femminista dal 2006 al 2008 è stata senatrice di Rifondazione comunista. Giovanissima, la Menapace prese parte alla Resistenza come staffetta partigiana e nel dopoguerra si impegnò nei movimenti cattolici. Nel 1952 si trasferisce in Alto Adige e nel 1969 viene chiamata dai fondatori nel primo nucleo de Il manifesto. Nel 1973 è tra le promotrici del movimento Cristiani per il Socialismo ed entra a far parte del Comitato per i diritti civili delle prostitute come membro laico. Poco dopo la nascita del governo Prodi è proposta alla presidenza della Commissione Difesa al Senato, una proposta contestata da alcuni elementi della Casa delle Libertà visto il suo antimilitarismo. A scatenare le polemiche, una sua intervista a Francesco Battistini del Corriere della Sera, nella quale descrive inutilmente costose e inquinanti le Frecce Tricolori. Si candidò per Palazzo Madama anche nel 2018, nelle file di Potere al Popolo, ma la lista non raggiunse la soglia di sbarramento del 3%. Considerata una delle voci più importanti del femminismo italiano, era suo lo slogan “Fuori la guerra dalla storia”, come ricorda l’Enciclopedia della Donne. (7 DIC - red)
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