Roma – Un anno di sviluppo scientifico nello spazio grazie alla Stazione spaziale internazionale. A stilarne il bilancio è il sito della Nasa, l’ente spaziale americano, che riporta anche i dati raccolti durante gli ultimi 20 anni di costante abitazione umana a bordo del laboratorio orbitante. Tra il primo ottobre 2019 e il primo ottobre 2020, il Program Research Office della stazione spaziale ha pubblicato più di 300 titoli basati sulla ricerca nella base spaziale. Tra i progetti che hanno raggiunto l’obiettivo prefissato, quello avviato nel 2015 dal team guidato da tre scienziati italiani eseguito dall'astronauta dell'ESA Samantha Cristoforetti. Cinque anni dopo, il team guidato da sole donne ha ora pubblicato i risultati sulla rivista scientifica Scientific Reports. Il progetto Nanoparticles and Osteoporosis dell'Agenzia Spaziale Italiana - si legge sul sito della Nasa - ha studiato un tipo di nanoparticella composta da minerali simili a quelli presenti nelle ossa e nei denti, che potrebbero aiutare a contrastare la perdita di densità ossea. I risultati hanno mostrato che il nuovo sistema di somministrazione dei farmaci ha effetti benefici sull’induzione delle cellule staminali a diventare osteoblasti, le cellule responsabili della formazione ossea. Gli scienziati potrebbero utilizzare questa ricerca per sviluppare trattamenti per combattere la degenerazione ossea durante i voli spaziali di lunga durata, o anche per curare l'osteoporosi sulla Terra. (9colonne)
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