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VIENE DALL’UMBRIA LA BIRRA CHE PARLA CINESE

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VIENE DALL’UMBRIA LA BIRRA CHE PARLA CINESE

Pechino - L’Italia è all’ottavo posto tra i produttori europei di birra, con una tendenza al rialzo rispetto agli anni precedenti. Una posizione raggiunta grazie alla qualità dei molti birrifici artigianali stanno rappresentando la qualità del Made in Italy e in particolar modo le birre agricole che hanno una filiera di qualità certificata che devono avere il 51% della materia proveniente dalla azienda di provenienza. I mastri Birrai Umbri sono uno dei birrifici che non avranno problemi nella certificazione perché fanno parte di un marchio storico tra i produttori del Made in Italy, la famiglia dei Farchioni di Giano dell'Umbria, in provincia di Perugia, che producono olio, farina, vino e birra artigianale. Controllano nove aziende agricole per un totale di 1.600 ettari, di cui 180 ettari di vigneto, 80 di uliveti e 140 di bosco e nel 2019 hanno realizzato un fatturato di 130 milioni di euro con un export del 25 per cento della produzione esportato verso gli Stati Uniti, dove l’azienda ha una sede commerciale, in Asia e in Cina. Viene creata una nuova categoria di birre, chiamata a livello internazionale Italian Grape Ale (IGA) e di fatto rappresenta la prima denominazione data alla birra Made in Italy e nasce la prima Golden Monkey. Il nome è scelto da Marco Farchioni, export manager della Farchioni e responsabile del birrificio che si recava spesso in Cina per curare i rapporti commerciali dell’azienda. Nato nell’anno cinese della scimmia era consuetudine nei suoi viaggi essere chiamato dai partner orientali “golden monkey” identificandolo come quello che porta i soldi. Dato che il simpatico primate era anche l’animale preferito del manager umbro decise appunto di dare quel singolare nome alla sua prima birra proposta proprio al mercato cinese. (9colonne)


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