New York – Il 34enne Francesco Marconi da New York alla Milano Digital Week: già riconosciuto da MediaShift come uno dei 20 principali innovatori nell’ambito dei media digitali e nominato da Editor& Publisher Magazine tra i 25 leader dell’editoria mondiale sotto i 35 anni, oggi è co-founder di Applied XL, startup che, con base a New York, costruisce strumenti in grado di automatizzare la raccolta di dati per i giornalisti. Marconi, che è anche ricercatore affiliato MIT Media Lab e fellow alla Columbia University Tow Center oltre che ex responsabile ricerca e sviluppo del Wall Street Journal, oggi, dalle 18, interverrà in occasione della Milano Digital Week, la manifestazione promossa dal Comune di Milano e realizzata da IAB Italia, Cariplo Factory e Hublab, per parlare di come l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo dell’informazione, all’interno del panel “medIA”. Applied XL, come spiega lo stesso Marconi in una intervista a Wired, sta creando “sistemi alimentati da algoritmi editoriali che estraggono e contestualizzano le informazioni in tempo reale e in ambiti molto particolari, come le scienze biologiche. Il nostro obiettivo è quello di automatizzare l’intero processo della creazione di una notizia: dalla sua nascita all’analisi dei dati, fino alla scrittura. Le nostre intelligenze artificiali sono in grado di trasformare report, articoli e dati di testo in alert dinamici, in modo che i nostri esperti possano avere una visione globale di quel che sta accadendo e di come si sta evolvendo”. A titolo di esempio l’esperto ha citato l’Associated Press che dispone di una tecnologia intelligente che trasforma i dati di ogni partita dell’Nba in articoli senza alcun intervento umano e l’agenzia stampa cinese Xinhua che ha assunto il primo conduttore guidato dall’intelligenza artificiale del mondo. Inoltre il think tank Polis della London School of Economics recentemente ha annunciato una partnership (JournalismAi Collab) con una vetina di organizzazioni giornalistiche internazionali per sviluppare prototipi basati sull’Ai. “Il machine learning e il natural language processing saranno fondamentali – aggiunge -: entro i prossimi dieci anni, saremo in grado di reperire e raccogliere notizie in modo automatico e una velocità che oggi è inimmaginabile. Certo, lo sviluppo degli algoritmi editoriali deve essere guidato da principi etici, con i giornalisti sempre al timone. Questo non significa che il giornalista dovrà diventare un tecnico o un programmatore per definire dei parametri algoritmici che siano affidabili, ma sarà necessario che capisca almeno come funziona il machine learning. In questa nuova realtà, la trasparenza degli algoritmi sarà una delle questioni più cruciali all’interno di tutte le redazioni”. (9colonne)
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