Londra – A più di quarant’anni dalla Legge Basaglia, che ha permesso all’Italia di essere uno dei primi paesi in Europa e nel mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici, la malattia mentale rappresenta ancora uno dei tabù nella nostra cultura, oggetto di numerosi pregiudizi e stigma sociale. Tra questi c’è l’idea – ampiamente diffusa nella popolazione generale – che il disturbo bipolare sia associato a comportamenti violenti. Uno studio condotto dai medici e ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e pubblicato su Journal of Psycopatology smentisce questo pregiudizio, mostrando come i rari episodi di aggressività nei pazienti bipolari siano prevalentemente concentrati nelle fasi acute di malattia e, nella quasi totalità dei casi, siano correlati a un abuso di alcool o di sostanze stupefacenti. Lo studio, coordinato dalle psichiatre Raffaella Zanardi e Cristina Colombo, professoressa ordinaria presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e direttrice del Centro Disturbi dell’Umore dell’Ospedale San Raffaele Turro, mette a frutto la grande expertise del centro che conta oltre 7000 visite ambulatoriali e 650 ricoveri all’anno.(9colonne)
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