Il lavoro “The Bering Transitory Archipelago: Stepping-stones for the first Americans” di Jerome E. Dobson (Università del Kansas, USA) Giorgio Spada (Università di Bologna) e Gaia Galassi
Parigi - Quando e come i primi uomini abbiano raggiunto il continente Americano è una questione che da anni è al centro di un fervente dibattito scientifico. Quello che una volta sembrava essere un fatto noto, ora è stato definito "uno dei più grandi misteri del nostro tempo" (Fen Montaigne). La comprensione di quando, dove e come sia avvenuta questa migrazione può essere affrontata solo dall'insieme di più discipline, quali l'archeologia, l'antropologia, l’oceanografia, la geofisica e la geografia umana. Ora il lavoro “The Bering Transitory Archipelago: Stepping-stones for the first Americans” di Jerome E. Dobson (Università del Kansas, USA) Giorgio Spada (Università di Bologna) e Gaia Galassi (Università di Urbino) nato dalla collaborazione tra discipline diverse e pubblicato sulla rivista scientifica “Comptes rendus de l'Académie des Sciences”, propone una soluzione geografica basata su una ricostruzione della paleotopografia dello stretto di Bering. Nel lavoro dei tre studiosi sono state esaminate le ipotesi di migrazione dall'Asia alle Americhe attualmente in discussione, tra cui la "Clovis first", la "Kelp Highway" e lo "stallo beringiano", ed è stata avanzata una nuova ipotesi, la "Stepping Stones”, per cui le isole dell’Arcipelago Transitorio sarebbero state utilizzate come mezzo di progressivo spostamento verso ovest. (9colonne)
(© 9Colonne - citare la fonte)