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SALUTE, TACHICARDIE: SCOPERA UNA TECNICA MENO INVASIVA PER TRATTARLE

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SALUTE, TACHICARDIE: SCOPERA UNA TECNICA MENO INVASIVA PER TRATTARLE

Oxford- Una nuova tecnica di ablazione più precisa e sicura per la tachicardia da rientro nodale, la più frequente tra le tachicardie nei bambini, è stata messa a punto in ambito pediatrico e perfezionata dai medici e ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con l’aiuto di un nuovo sistema di mappaggio del voltaggio elettrico del cuore tridimensionale, in grado di identificare con colori ben definiti l’area su cui intervenire. Circa 200 i bambini trattati con la nuova tecnica che ha fatto rilevare un’assenza totale di complicanze e ridotto la recidiva al 2%, rispetto al precedente dato del 12-15%. I risultati sono stati pubblicati su Europace, la più importante rivista europea di aritmologia. La tachicardia da rientro nel nodo atrio-ventricolare è un disturbo del ritmo cardiaco che produce un’accelerazione improvvisa del battito. La contrazione dei ventricoli del cuore che determina il pompaggio del sangue, è attivata da un gruppo di cellule specializzate che emette impulsi elettrici. Questi impulsi vengono trasmessi ai ventricoli attraverso un “filo” di cellule chiamato nodo atrio-ventricolare. La tachicardia da rientro nodale è caratterizzata dalla presenza di una doppia via di conduzione elettrica atrio-ventricolare: una lenta e una veloce. L’anomalia porta al possibile innesco di un cortocircuito tra le due vie, determinando l’improvviso aumento della frequenza cardiaca, tanto più rapido quanto più veloce è il cortocircuito. Di conseguenza il bambino può avvertire palpitazione veloce e/o sintomi di vertigine fino alla sincope. L’alterazione del ritmo cardiaco viene eliminata in genere, sia nell’adulto che nel bambino, con le tecniche di ablazione transcatetere con radiofrequenza: una corrente elettrica ad alta frequenza (500 KHZ) e a bassa energia viene erogata nell’area critica del cuore attraverso un catetere intracardiaco. La corrente induce un aumento di temperatura del tessuto al punto di contatto distruggendo la parte malata. La difficoltà risiede soprattutto nella necessità di individuare con assoluta precisione il segnale elettrico della “via lenta”, dove intervenire con la necrosi a caldo, ed evitare il rischio di complicanze. (9colonne)


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