Basilea - Un team multidisciplinare composto da Davide Cangelosi e Paolo Uva dell’Unità di Bioinformatica Clinica presso la Direzione Scientifica in collaborazione con Alessandra Eva e Maria Carla Bosco del Laboratorio di Biologia Molecolare e Alberto Garaventa, Massimo Conte e Loredana Amoroso dell’UOC Oncologia Clinica e Sperimentale, ha pubblicato sulla rivista “Cancers” i risultati di una ricerca interamente disegnata e sviluppata al IRCCS Istituto Giannina Gaslini, sulle nuove prospettive terapeutiche per i piccoli pazienti affetti da neuroblastoma, uno dei tumori pediatrici più frequenti che colpisce oltre 100 bambini ogni anno in Italia e nel 90% dei casi è diagnosticato prima del sesto anno di vita. Sebbene la ricerca abbia migliorato le aspettative di vita dei piccoli pazienti negli ultimi anni, il 30% dei pazienti con neuroblastoma ancora sviluppa complicazioni gravi che spesso portano alla morte. La mancanza o irregolare ossigenazione del tumore, detta ipossia, è un fattore rilevante per la sopravvivenza dei pazienti con neuroblastoma e la capacità di rispondere alle terapie farmacologiche. L’ipossia infatti è un potente regolatore di molteplici processi biologici fondamentali alla base dello sviluppo e della progressione delle cellule tumorali. “Le nostre ricerche hanno mostrato che i pazienti con un tumore ipossico avevano una minore probabilità di sopravvivere. Abbiamo individuato i processi biologici e i geni maggiormente coinvolti nella risposta cellulare all’ipossia, identificando di fatto così un nuovo fattore di rischio e un potenziale target terapeutico per il neuroblastoma - commentano Davide Cangelosi e Paolo Uva, promotori dello studio -. Applicando sofisticate analisi bioinformatiche ai geni alterati dall’ipossia nel neuroblastoma e ai dati prodotti dal Broad Institute di Cambridge negli USA, abbiamo individuato una serie di farmaci specifici, chiamati inibitori di PI3K\Akt\mTOR, in grado di riprogrammare le cellule tumorali di neuroblastoma rese più aggressive dalla mancanza di ossigeno”. “Si tratta di un risultato importante – commenta il prof. Angelo Ravelli, Direttore Scientifico del Gaslini – L’identificazione di farmaci innovativi potenzialmente capaci di migliorare la prognosi del neuroblastoma nei casi resistenti alle terapie convenzionali apre un nuovo e promettente spiraglio per il futuro dei bambini affetti da questo tumore”. (9colonne)
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