Santiago del Cile - Il Cile è uno dei Paesi in cui il cambiamento climatico sta avendo l’impatto maggiore e, per questo, lo Stato andino punta ad attrarre nuovi investimenti e tecnologie nel campo della sicurezza idrica. Numerose le opportunità per le aziende italiane, soprattutto nel campo delle opere infrastrutturali e dei sistemi di approvvigionamento idrico. “L’ICE di Santiago ha realizzato a fine 2020 uno studio di settore a beneficio delle nostre imprese. Al momento sono in costruzione, o in fase di progettazione, nuovi impianti di produzione di acqua potabile, di dissalazione, opere infrastrutturali quali serbatoi, dighe e bacini, e opere per la sicurezza, come i sistemi di back – up elettrico”. A dirlo è l’Ambasciatore d’Italia a Santiago del Cile, Mauro Battocchi, durante il podcast “Farnesinaxleimprese” -. In Cile le acque sono beni demaniali di uso pubblico, concessi ai privati con diritti di sfruttamento, regolati da un Codigo de Aguas. Delle 53 aziende concessionarie, 24 hanno dimensioni maggiori e complessivamente servono il 99% degli utenti delle zone urbane del Paese. Per quanto riguarda gli investimenti nell’infrastruttura idrica, nel quinquennio iniziato quest’anno, si stima un importo totale di investimenti di 840 milioni di dollari. In parallelo, l’importantissima industria mineraria del Paese sta procedendo a costruire sempre più impianti di dissalazione: il 78% dell’attività mineraria è infatti situata in zone aride o semi aride. Ad oggi operano in Cile più di 20 impianti di dissalazione, ma in portafoglio vi sono altri progetti in fase di sviluppo, per quasi tre miliardi di dollari”. “Sono inoltre allo studio almeno tre progetti di idrovie – annuncia l’Ambasciatore -. La prima fase costruttiva, del valore di 6 miliardi di dollari per 1050 km di estensione, è al momento al Ministerio de obras publicas per la sua valutazione: richiederà un periodo di dieci anni per la sua costruzione”. (9colonne)
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