Londra - Il team di ricerca internazionale coordinato dalla dottoressa Cinzia Costa, della Clinica Neurologica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia, ha osservato nei pazienti affetti da epilessia ad esordio tardivo da causa sconosciuta la presenza di livelli patologici di beta amiloide, una delle proteine marker della malattia di Alzheimer: il dato suggerisce l’esistenza, in questi pazienti, di un processo neurodegenerativo con evoluzione a demenza. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista internazionale “Nature Reviews Neurology”. I ricercatori, grazie ad una attenta puntualizzazione delle conoscenze relative all’epilessia ad esordio tardivo da causa sconosciuta, nonché sulla base dei dati pre-clinici e clinici che supportano il ruolo della beta amiloide quale fattore predisponente all’epilessia, hanno perciò suggerito l’esistenza di una nuova entità, l'epilessia ad esordio tardivo correlata ad amiloidopatia, individuando quindi un nuovo sottogruppo di pazienti per i quali sarà possibile intraprendere trattamenti estremamente precoci e mirati, limitando quindi l’evoluzione dei deficit cognitivi. (9colonne)
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