Londra - Gli ecosistemi terrestri svolgono diverse funzioni di rilevante importanza per le dinamiche naturali e forniscono servizi vitali per il benessere e lo sviluppo economico e sociale, quali la, la produzione di biomassa e di cibo e la regolazione del ciclo dell’acqua e del clima. I cambiamenti climatici e ambientali e l’impatto dell’azione dell’uomo minacciano continuamente queste funzioni ecosistemiche. Per capire come gli ecosistemi terrestri stanno rispondendo e risponderanno in futuro a queste minacce è fondamentale individuare quali siano le funzioni principali che regolano il loro complesso comportamento in modo da studiarne e monitorarne lo stato di salute, l’efficienza e poterne prevedere l’evoluzione nel tempo. Un gruppo di ricercatori internazionali, guidato da Mirco Migliavacca del Max Planck Institute for Biogeochemistry di Jena (Germania) e comprendente studiosi provenienti dagli istituti italiani di ARPA Valle d’Aosta, Istituto per la BioEconomia del Cnr, Libera Università e Ripartizione Foreste di Bolzano, Università degli Studi di Milano-Bicocca e Università della Tuscia di Viterbo, ha cercato di rispondere a questa domanda, utilizzando dati ecologici ed ambientali ricavati da reti globali di stazioni di misura, combinate con osservazioni satellitari, modelli matematici, metodi statistici e di inferenza causale. “Siamo stati in grado di identificare tre fattori chiave che riassumono il comportamento degli ecosistemi: la massima capacità di assimilare CO2 dall’atmosfera attraverso la fotosintesi, l’efficienza d’uso dell’acqua, e l’efficienza d’uso del carbonio per produrre biomassa - spiega Migliavacca, primo autore della pubblicazione su “Nature” -. Usando solo questi tre fattori possiamo spiegare più del 70 per cento della variabilità delle funzioni ecosistemiche”. (9colonne)
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