Johannesburg - Nel quadro del progetto “Fashion Bridges - I ponti della moda” – realizzato dell’Ambasciata d’Italia a Pretoria in cooperazione con Polimoda e Camera Nazionale della Moda Italiana, con il sostegno di “South African Fashion Week” (SAFW), ICE-Agenzia, Centro di Firenze per la Moda Italiana e Nelson Mandela Forum – il 27 ottobre si sono svolti presso l’Hotel Westcliff di Johannesburg due eventi in formato ibrido, rivolti ad aziende del settore e a scuole e istituti di moda dei due Paesi. Aprendo la tavola rotonda “Exploring and developing new market opportunities”, l'Ambasciatore d’Italia a Pretoria, Paolo Cuculi, si è soffermato sulle rilevanti opportunità commerciali che un’accresciuta sinergia tra operatori economici italiani e sudafricani potrebbe dischiudere, alla luce della spiccata complementarietà tra le due filiere. Creatività e innovazione caratterizzano infatti da sempre la nostra industria della moda, mentre il Sud Africa ha materie prime di pregio e intende elevare la qualità dei suoi prodotti tessili e di abbigliamento. Dalle successive sessioni dedicate ai comparti lana e mohair, fibra di cui il Sud Africa è principale produttore mondiale, cotone, pellami e seta – cui sono intervenute 18 aziende e associazioni di categoria italiane e sudafricane – è emersa una convinta disponibilità ad approfondire le prospettive di cooperazione industriale, al fine di consolidare le rispettive catene di valore e accrescerne la competitività sui mercati internazionali, anche grazie a una più diffusa digitalizzazione dei processi produttivi. I 14 incontri “business to business” organizzati da ICE-Agenzia hanno rappresentato un significativo sviluppo operativo dell’iniziativa. Dopo il successo della collaborazione tra giovani designer italiani e sudafricani nella prima fase di “Fashion Bridges”, il seminario “Creativity and sustainability in education” ha messo l’accento sulle notevoli potenzialità che nuovi partenariati tra scuole di moda italiane e sudafricane potrebbero offrire per la formazione di futuri stilisti, con enfasi sull’esigenza di integrarvi il principio di “sostenibilità della moda”. (9colonne)
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