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direttore Paolo Pagliaro

Si allarga il fronte
del no al carbone

Si allarga il fronte <br> del no al carbone

di Paolo Pagliaro

A proposito di transizione energetica, segnaliamo che ieri a Pego, in Portogallo, ha chiuso i battenti l’ultima centrale a carbone del Paese, responsabile del 4% delle emissioni totali nazionali di gas serra. L’obiettivo di eliminare il carbone entro il 2030 è stato raggiunto con nove anni di anticipo e ora  sono quattro i paesi dell’Unione europea che hanno rinunciato al carbone per produrre energia elettrica: prima del Portogallo lo avevano fatto Belgio, Austria e Svezia.
In Italia le centrali ancora in funzione sono otto e il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima prevede che vengano chiuse tutte entro il 2025.
Quella di Brindisi, tra le più grandi e le più inquinanti d’Europa, contende a quella di Civitavecchia il primato dei danni associati alle emissioni di Co2. In entrambe le località si stanno progettando  nuovi poli energetici in cui convivranno fonti rinnovabili, batterie per l’accumulo di energia e impianti a gas ad altissima efficienza sempre più integrati con l’ambiente.  Ci sono progetti ambiziosi di riconversione anche per le due centrali della Sardegna - Porto Torres e Portovesme . Qui per lo spegnimento ci vorranno un paio d’anni in più, in attesa che il fabbisogno energetico sia garantito dal doppio cavo destinato a collegare la Sardegna alla Sicilia e alla Campania. L’elettrodotto sottomarino a cui sta lavorando Terna  si chiama Thyrrhenian link, è lungo 950 chilometri e a regime sarà costato quasi 4 miliardi di euro. Sarà l’elettrodotto più profondo al mondo, consentirà  di sfruttare l’energia green prodotta nelle isole e sarà  qualcosa di non effimero che potremo lasciare a chi verrà dopo di noi.  

 

(© 9Colonne - citare la fonte)