Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha firmato una legge che introduce la pena di morte per chi compie anche "un tentato atto terroristico". "Come misura eccezionale di punizione, è consentito l'uso della pena di morte per i reati previsti dall'articolo 124, parte 2 ("un atto di terrorismo contro un rappresentante di uno Stato straniero o un'organizzazione internazionale"), nella parte 3 dell'articolo 126 ("un atto di terrorismo internazionale"), nella parte 3 dell'articolo 289 ("un atto di terrorismo"") e nella parte 2 dell'articolo 359 ("un atto di terrorismo contro uno Stato o personaggio pubblico") del presente Codice, o per altri reati particolarmente gravi connessi alla privazione intenzionale della vita di una persona in circostanze aggravanti", recita la legge, che modifica il codice penale del Paese. Secondo diversi analisti, la decisione potrebbe far parte di una serie di misure del governo di Minsk volte a preparare il terreno a un'entrata in scena a fianco di Mosca nel conflitto in Ucraina. In particolare, l'aver reso possibile la pena capitale per i "reati di terrorismo contro un rappresentante di uno Stato straniero o un'organizzazione internazionale" sembra essere un tentativo di intimidire la forte, ma sotterranea, opposizione di gran parte della popolazione al conflitto contro il paese vicino, considerato amico dalla maggioranza dei cittadini. (18 mag - deg)
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