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“Il Maestro”: il nuovo romanzo di Melanie Francesca

“Il Maestro”: il nuovo romanzo di Melanie Francesca

Un presente claustrofobico dominato da un virtuale che quasi si sovrappone al reale, una società in cui gli uomini si trasformano sempre più in esseri internettiani, anestetizzando le loro capacità di provare emozioni, sono i delicati orizzonti entro i quali si muove la sensibilità letteraria di Melanie Francesca, scrittrice, giornalista di costume, artista e personaggio televisivo. Nata a Bolzano, ha pubblicato tredici libri che spaziano dal romanzo alla poesia. Come artista diplomata all'Accademia di Belle Arti di Venezia, ha esposto a Parigi, Milano, Mosca e in Medio Oriente. Con l'opera The Box ha partecipato ad Art Dubai nel 2016 e successivamente alla galleria Cap Contemporary Art Platform. Cittadina del mondo, Melanie oggi vive tra Dubai e Lugano. E la incontriamo proprio tra il verde incontaminato e l’irresistibile odore della natura di questo suggestivo angolo di Svizzera, come al solito disponibile ed entusiasta nel raccontarci gli sviluppi della sua attività letteraria.

Il MAESTRO. L'annullamento della differenza tra vita reale e virtuale nell'alienazione di un presente in cui l'uomo sembra ossessionato dall'apparenza e dai social, la dialettica tra Occidente e Medio Oriente nella necessità di un dialogo da approfondire e migliorare: c’è tutto questo, e anche molto di più, nell’ultimo libro "Il Maestro" di Melanie Francesca (Cairo editore). Il romanzo, che chiude la trilogia iniziata con il volume L'Occidentale e proseguita con La Donna Perfetta, vede al centro Anna, donna bellissima e madre irreprensibile, la cui vita si svolge tra Dubai e Abu Dhabi in un ambiente dorato, al fianco del marito, facoltoso businessman emiratino. Il “Maestro”, come detto, rappresenta l’ultimo capitolo di una fortunata trilogia: “L’idea di dare un così ampio respiro e una continuità narrativa al mio racconto – sottolinea la scrittrice – è venuta strada facendo. Man mano che sviluppavo i tratti dei personaggi che mettevo in scena, avvertivo la necessità di un approfondimento, che mi ha spinto a continuare la loro storia, fatta di evoluzione e cambiamenti”. L'annullamento della differenza tra vita reale e virtuale, l’alienazione di un presente in cui l'uomo sembra ossessionato dall'apparenza e dai social è un po’ lo sfondo attorno al quale si dipanano le vite dei personaggi de “Il Maestro”. Melanie ha dunque scelto un tema molto attuale per descrivere il vero e proprio pericolo dei giorni nostri: “Anna, la protagonista del romanzo, vive tra Dubai e Abu Dhabi – afferma Melanie Francesca - in un ambiente internazionale privilegiato, da dove osserva e racconta il nuovo assetto mondiale. E, mentre la rete anestetizza la capacità di provare emozioni vere e la mente è sedotta dal bombardamento digitale, l'unico antidoto al languore e all'alienazione di questo mondo contemporaneo sembrano essere gli insegnamenti del Maestro”. Ma, chi è, in realtà, il Maestro? “Lui è una figura enigmatica e potente che guida al risveglio interiore attraverso insegnamenti antichi. Vivere nel presente, esercitarsi a non coltivare desideri inutili, conoscersi e amarsi per essere a propria volta amati, combattere le ossessioni schiavizzanti dei social: questi sono gli insegnamenti che il Maestro impartisce ai suoi discepoli, attraverso esercizi fisici e voglia di riscoprire la propria dimensione puramente spirituale. Perché solo l’incontro con gli altri, il ritorno ad una dimensione di povertà materiale, possono rappresentare le tappe di un processo di guarigione personale. Punto centrale e vera rivoluzione dalla quale ognuno di noi dovrebbe partire per salvare sé stesso. Prima di essere schiavi degli altri, noi infatti siamo schiavi di noi stessi e di ciò che c’è nei nostri pensieri. La nostra libertà è contemplare l’assenza dai nostri pensieri”.

IL RACCONTO CONTINUA. In un presente incerto, colpito da lockdown, pandemia e conflitti, dunque, il personaggio autobiografico di Anna trova in un maestro spirituale una guida al proprio risveglio interiore. Ma quale maestro o che cosa, oggi, potrebbe salvarci? “Analizzando le caratteristiche de Il Maestro – ammette la scrittrice – mi sto convincendo sempre più che il mio racconto deve andare avanti, dovrò fornire ai miei lettori degli elementi in più che possano definire ancora meglio la figura di questo maestro. Lui ci ha indicato la via, ma deve dirci ancora tante cose”. Un’affermazione importante, che Melanie Francesca ci regala e che ufficializza dunque la prosecuzione del suo racconto attorno a questa figura salvifica. Perché, in fin dei conti, anche il contesto storico nel quale stiamo vivendo ci obbliga a cercare delle ancore di salvataggio, per non correre il rischio di naufragare in mari tempestosi: “Il personaggio di Anna – aggiunge Melanie Francesca - ha velleità di ribelle, riformatrice, giustiziera, combatte l'avanzare del Transumanesimo e, in fondo, contesta la stessa società nella quale vive ma sa di dover trovare un equilibrio, e alla fine risolve nell’amore le diversità e le contrapposizioni e alterna in armonia la cultura occidentale e medio orientale. Questa è un po’ la via che ognuno di noi, oggi, deve intraprendere. E anche laddove non riuscisse a trovare un “maestro”, ciascuno di noi, oggi, dovrebbe realizzarsi attraverso lo studio, accedendo a nuove forme di sapere, per non rimanere intrappolato all’interno di una sorta di videogame della vita, fino a perdersi completamente”.

L’ATTUALITA’ DEI TEMI. Il Maestro è uno sguardo profondo e disincantato sulla società moderna e il suo futuro. I temi che Melanie Francesca affronta nei suoi testi si contraddistinguono dunque per la loro attualità: “Nei miei romanzi – conclude la scrittrice – molti lettori si immedesimano, perché è come se fornissi loro un suggerimento per affrontare la vita di oggi, tra pandemia e guerre. Molto spesso, oggi, noi parliamo di ‘pace’: ne Il Maestro, i lettori imparano quanto sia importante che, questa pace, la si trovi dentro di sé, per poi esternarla, traducendola così in comportamenti reali. In questo modo, saremo anche più pronti ad affrontare il difficile dialogo (e non per forza di cose, lo scontro) con tutte quelle forme di dittatura che rendono così triste la nostra esistenza e il periodo che stiamo vivendo”. (Simone Braconcini)

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