di Paolo Pagliaro
Ieri è stata una giornata importante per chi di mestiere studia l’universo. Agli astronomi sono state infatti recapitate dallo spazio straordinarie immagini e nuove informazioni sulla via Lattea, e grazie ad esse ora disponiamo della mappa più ampia e dettagliata di sempre della nostra galassia. Il merito è del satellite Gaia, decollato alla fine del 2013 e posizionato a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, in un punto relativamente tranquillo perché lì le forze di attrazione di Sole, Luna e Terra si equivalgono.
Gaia è capace di misurare lo spessore di un capello a 1000 chilometri di distanza, e ciò le ha consentito di fornire ai suoi mandanti dell’Agenzia spaziale euopea una mappa con informazioni su quasi due miliardi di stelle. Poiché gli oggetti nello spazio seguono le regole della fisica, i dati consentono agli scienziati di modellare le traiettorie delle stelle a milioni o addirittura miliardi di anni nel passato e nel futuro. Ci sono anche alcune informazioni precedentemente non disponibili, comprese le composizioni chimiche e l’età di milioni di astri.
Molti, prima d’oggi, avevano provato a catalogare le stelle. Nel 290 avanti cristo Aristillo ne descrisse una ventina Il catalogo dell’astronomo danese Tycho Brahe pubblicato nel 1598 ne comprendeva mille. Poi il catalogo si arricchì con l’avvento del telescopio, di cui Gaia ora ha saputo fare l’uso migliore. Alla missione partecipano 16 paesi e 70 aziende con l’Italia secondo partner dopo la Francia. Il centro elaborazione dati è a Torino, l’Istituto Nazionale di Astrofisica ha impegnato i suoi ricercatori a Bologna, Catania, Firenze, Napoli, Padova, Roma, Teramo. All’Osservatorio astronomico di Padova giovedì ci sarà un incontro con Antonella Vallenari, co-responsabile della missione spaziale. Poi ci sarà un brindisi. Titolo della serata: “2 miliardi di bollicine per Gaia”.