di Paolo Pagliaro
A Pontelagoscuro, dove il Po termina la sua corsa, in questi giorni il grande fiume consegna all’Adriatico 300 metri cubi di acqua al secondo. In un giugno normale dovrebbero essere 1.500. È l'effetto della lunga siccità invernale, dell'assenza di neve sulle Alpi e delle temperature precocemente estive. Di siccità in passato ce ne erano già state, di periodi caldi anche ma mai queste due anomalie si erano combinate insieme come sta accadendo adesso. Il risultato è la peggiore crisi idrica da almeno 70 anni.
Sul Fatto Quotidiano, Luca Mercalli osserva costernato quanto sta accadendo e ricorda che da almeno trent’anni i climatologi avevano previsto ciò che ora è sotto gli occhi di tutti, ottenendone in cambio accuse di catastrofismo. La regione più asciutta è il Piemonte, dove il razionamento dell'acqua potabile è già in corso in oltre un centinaio di comuni. L’acqua arriva con le autobotti anche in molte località della Lombardia, dove sono state sospese o azzerate molte semine. il che porterà presto a una drastica diminuzione dei foraggi a disposizione per gli allevamenti. La siccità è una delle ragioni per cui è aumentato il prezzo del latte.
Parlano di situazione catastrofica gli idrologi del Lazio e di altre regioni del centro-sud. Carlo Petrini, su repubblica, mette in fila le cose che noi umani potremmo fare: ad esempio ristrutturare la rete idrica, che perde il 42% dell'acqua immessa. Riutilizzare l’acqua piovana, che oggi per il 90% va sprecata. Rimettere in circolo le acque reflue depurate Nei campi sostituire l'irrigazione a pioggia con tecniche più mirate ed efficienti. La Fisica non mente, ci restano solo dieci anni, ammonisce Mercalli.