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direttore Paolo Pagliaro

L’impresa non assistita
di Leonardo Del Vecchio

di Paolo Pagliaro

C’è chi ha fondato la propria ricchezza sulle concessioni avute dallo Stato, non importa che si trattasse di frequenze televisive o di asfalto. Chi ha lucrato sugli appalti pubblici. Chi ha potuto contare su rendite di posizione sempiterne perché protette dalla politica. E poi c’è stato chi, come Leonardo Del Vecchio, ha saputo diventare il numero uno potendo contare solo sul proprio spirito imprenditoriale e su quella dote che viene di solito chiamata visione, e che significa accorgersi per tempo della piega che stanno prendendo le cose e con esse il mondo.
Partendo da un orfanotrofio di Milano e da un laboratorio di Agordo, nel bellunese, Del Vecchio, scomparso oggi a 87 anni, era diventato il più importante imprenditore italiano, nonché il secondo italiano più ricco. Era il padre dell’industria mondiale degli occhiali, A un certo punto pensò che era venuto il momento di andare in pensione, e lasciò che a occuparsi della sua Luxottica fossero gli eredi e soprattutto i manager. Ma poiché quello che poi vide non lo convinceva, a 79 anni Del Vecchio tornò al lavoro e finì di costruire il suo impero. Nei prossimi decenni la EssilorLuxottica avrà il potere di decidere che tipo di occhiali dovranno portare miliardi di persone e quanto dovranno pagare per farlo.
Del Vecchio non aveva molta stima del capitalismo italiano. Sosteneva che lo slogan ‘piccolo è bello’ non solo è falso ma diffonde una tranquillità illusoria che frena ogni urgenza di cambiamento. Ciò nonostante amava molto il suo Paese, pur essendo residente in Lussemburgo.

(© 9Colonne - citare la fonte)