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“Quando lo sport fa male” di Umberto Ferro

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

“Quando lo sport fa male” di Umberto Ferro

È arrivato in libreria “Quando lo sport fa male” di Umberto Ferro edito da Vallecchi Firenze. Lo sport fa dimagrire, combatte l’obesità, migliora il metabolismo, riduce il rischio di ammalarsi di diabete, osteoporosi, malattie cardiovascolari e può allungare la vita. Nei bambini e adolescenti stimola un armonico sviluppo e la coordinazione motoria. È formativo per il carattere, previene i comportamenti a rischio e non influisce negativamente sullo studio. Ma lo sport può anche fare male: il professionista e l’amatore, specie se agonista, per gli elevati sovraccarichi funzionali hanno un alto rischio di traumi e lesioni muscoloscheletriche, che nel tempo possono portare allo sviluppo di malattie invalidanti come l’artrosi. L’autore ha avuto un rapporto d’amore intenso e spesso ossessivo con gli sport praticati (calcio, pallacanestro, tennis, sci, corsa, equitazione, golf, nuoto, pesca subacquea, diving). Ripercorrendo, anche con ironia, le tappe della sua vita, analizza i benefici e soprattutto i danni che questi possono provocare.

L’AUTORE Umberto Ferro (Viareggio, 1948), si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1973 all’Università di Pisa dove consegue le specializzazioni in Chirurgia Generale e in Medicina Legale. Nel 1985 ottiene il C.E.S. in Proctologia all’Università di Marsiglia e nel 1991 la specializzazione in Chirurgia Apparato Digerente e Endoscopia Digestiva all’Università di Siena. Per 40 anni ha esercitato la professione negli ospedali della Versilia: Viareggio, Camaiore e Ospedale Unico. Attualmente lavora alla Casa di Cura Santa Zita di Lucca. Fin dall’adolescenza ha praticato molti sport anche a livello agonistico. Questo è il suo primo libro.  (red – 1 lug)

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ALDO SCHIAVONE: “L'OCCIDENTE E LA NASCITA DI UNA CIVILTÀ PLANETARIA” 

“L'Occidente e la nascita di una civiltà planetaria”, saggio di Aldo Schiavone pubblicato dal Mulino (pp. 184, euro 15) è un racconto inconsueto per un libro di storia, perché si riferisce in gran parte al nostro futuro. L’idea che lo attraversa è che solo così, cercando di guardare quel che ci aspetta per decifrarne il senso, si riesce a capire il significato del presente. La nostra epoca è dominata da un evento senza precedenti: la nascita della prima civiltà planetaria della storia. Una figura globale, che porta dentro di sé i caratteri dell’Occidente: la tecnica e il capitale innanzitutto, e insieme, ma in modo per ora molto più contrastato, la democrazia e il diritto. Aldo Schiavone legge la mondializzazione dell’Occidente come l’avvio di un percorso problematico, esposto alla catastrofe, ma anche ricco di straordinarie potenzialità: la vicenda di un umano ormai quasi del tutto affrancato dalla dipendenza dalla natura, e sul punto di diventare completamente padrone del proprio destino.  Schiavone è uno degli storici italiani più tradotti al mondo. Ha insegnato in numerose università e, da ultimo, nella Scuola Normale Superiore. Tra i suoi libri: “Ius. L’invenzione del diritto in Occidente” (II ed. 2017), “La storia spezzata. Roma antica e Occidente moderno” (II ed. 2020), “Eguaglianza. Una nuova visione sul filo della storia” (2019), tutti pubblicati con Einaudi; e, per il Mulino, “Progresso” (2020).


“L’ALBA DEL NOVECENTO” CON FABIO FABBRI  

All’alba del Novecento, durante il ventennio dal 1895 al 1914, in ogni campo del sapere umano si produsse una vera e propria ‘rivoluzione culturale’. A ripercorrerla è Fabio Fabbri in “L'alba del Novecento. Alle radici della nostra cultura”, pubblicato da Laterza (pp. 320, euro 24). Nel giro di pochissimi mesi del 1900, ad esempio, si passò dall’inaugurazione della Esposizione Universale di Parigi alla pubblicazione de L’interpretazione dei sogni di Freud o alla teoria dei quanti di Max Planck, fino al Concerto per pianoforte n. 2 di Sergej Rachmaninov. Allo stesso modo, nel 1913, mentre in Europa si scatenava la seconda guerra balcanica, a New Orleans il dodicenne Louis Armstrong già intonava su una tromba i suoi primi temi musicali. Così il tragico naufragio del Titanic – che nell’aprile 1912 già segnava la fine di un’epoca – si collega, quasi magicamente, al cupo incipit de La montagna incantata di Mann, ‘il grande poema della morte’ iniziato quell’anno. Oppure i colpi di cannone che dettero l’avvio alla prima guerra mondiale rinviano alle riflessioni di Kafka che, proprio nell’agosto1914, iniziava la stesura de Il processo. Una ‘nuova storia’ della Belle époque che ha l’ambizione di raccontare sincronicamente il terremoto che travolse una cultura e la sostituì con una diversa. L’autore ha insegnato Storia del lavoro presso le Università di Salerno e di Roma La Sapienza ed è stato professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università Roma Tre. Ha diretto la Storiadel lavoro in Italia (6 volumi, Castelvecchi 2015-2018) e ha pubblicato, tra l’altro: Il movimento cooperativo nella storia d’Italia (a cura di, Feltrinelli 1979); Da birocciai a imprenditori. Una strada lunga 80 anni: 1912-1992 (Franco Angeli 1994); Le origini della guerra civile. L’Italia dalla Grande Guerra al fascismo.1918-1921 (Utet 2009); L’Italia cooperativa. 1861-2011 (Ediesse 2011); Maria Montessori e la società del suo tempo (a cura di, Castelvecchi 2020); Profili critici del Novecento. Croce, Pertini, Montessori e altri (Edizioni dell’Orso 2021).

 

 

 

GLI “ANIMALI NON UMANI”  SECONDO CARL SAFINA

Secondo un pregiudizio diffuso, la “cultura” sarebbe un tratto distintivo ed esclusivo di Homo sapiens. Proseguendo il lavoro innovativo avviato con “Al di là delle parole”, Carl Safina in “Animali non umani” (Adelphi, pp. 565, euro 28,50, traduzione di Isabella C. Blum) evidenzia l’infondatezza di quel luogo comune e mostra come, al contrario, il rapporto tra “innato” e “appreso” coinvolga le intelligenze e le competenze di molti “animali non umani”. Safina demitizza infatti l’“unicità” di tante nostre facoltà o comportamenti paragonandoli a quelli di specie nascoste nelle profondità delle foreste pluviali o degli abissi oceanici: il che vale per gli strumenti tecnologici, per le capacità linguistico-musicali o per le cure e gli insegnamenti parentali, come riassume la lezione esemplare di certe scimmie antropomorfe o dei capodogli, presso i quali una neonata (in attesa di cibo nelle acque tiepide di superficie) e la madre (a caccia di calamari nei fondali gelidi) sono legate dal filo invisibile dei click dei sonar. Oppure, di fronte a uno stormo di are macao – vistosi pappagalli dalle code ondeggianti “simili a comete infuocate” – riflette sul ruolo della bellezza quale motore segreto dell’evoluzione. In questa visione complessa e ramificata le varie specie da lui prese in esame non sono più dunque tessere intercambiabili del mosaico della vita, ma dimostrano la loro individualità irriducibile e insieme la loro contiguità rispetto all’uomo. Un’alterità/prossimità che Safina esplora in ogni sfumatura, cogliendone i punti di contatto e affrontando le vertiginose domande che ne scaturiscono. Senza però mai distogliere troppo il lettore da uno stato di perpetua meraviglia.

 

NELLE LETTERE DI MACHIAVELLI UN PEZZO DELLA STORIA FIORENTINA E ITALIANA  

In libreria, per la casa editrice Salerno, il quarto volume dell'Edizione Nazionale delle Opere di Machiavelli, le “Lettere”, sotto la direzione e il coordinamento di Francesco Bausi: si tratta del carteggio privato comprendente 82 lettere sue e 272 missive di corrispondenti, raccolte in tre tomi. Si tratta di testi che apportano un contributo determinante per la conoscenza della biografia, della personalità e della cultura di Machiavelli, oltre che della storia fiorentina e italiana nel primo quarto del XVI secolo. Il carteggio, infatti, copre gli anni 1497-1527, correndo parallelo da un lato all’attività cancelleresca e politica del Segretario, dall’altro – dopo il 1512 – alla stesura delle sue opere maggiori; e le corpose corrispondenze con Francesco Vettori e con Francesco Guicciardini (che costituiscono buona parte delle lettere degli anni 1513-1527) aprono squarci illuminanti sulle vicende diplomatiche e politiche dell’Italia e dell’Europa negli anni che videro il progressivo assoggettamento della Penisola alle potenze straniere e l’affermazione dell’autorità imperiale, nonché, a Firenze, l’inasprimento del regime mediceo prima della sua improvvisa caduta e dell’effimera esperienza dell’ultima repubblica. Di grande rilievo è anche il pregio letterario di molte epistole: se quelle scambiate tra Machiavelli e Vettori spiccano per la sapiente alternanza di rigorose analisi politiche, resoconti (ora ironici, ora amari, ora malinconici) della propria condizione, raffinati squarci lirici e saporosi inserti novellistici, brillanti scrittori di lettere si rivelano anche altri corrispondenti del Segretario, tra i quali – oltre naturalmente al Guicciardini – Biagio Buonaccorsi, Agostino Vespucci, Filippo de’ Nerli e Filippo Strozzi. Condotta da una nutrita équipe di filologi e di storici, questa è la prima edizione critica delle lettere familiari di Machiavelli, delle quali viene nuovamente costituito il corpus su rigorose basi filologiche e storiografiche (fissandolo a 354 epistole complessive, grazie anche a nuovi ritrovamenti, soprattutto di autografi e di lettere di corrispondenti), viene pubblicato il testo con apparato (correggendo sul fondamento di tutti i testimoni, alcuni dei quali per la prima volta reperiti in questa occasione, i numerosi errori delle edizioni precedenti) e viene fornito un ampio ed esaustivo commento storico, letterario e linguistico. Ogni lettera è inoltre preceduta da un cappello introduttivo che la inquadra nel suo contesto storico-biografico e che ricostruisce le vicende della sua trasmissione manoscritta e a stampa. Le lettere sono seguite poi da una ricca serie di appendici nelle quali trovano posto minute, lettere ufficiali di vario genere, lettere scritte da Machiavelli per conto di altri, testi para-epistolari e documenti inerenti la biografia del Segretario (tra cui i suoi due testamenti). Corredano e completano i tre tomi, infine, un’introduzione generale, uno studio della tradizione manoscritta e della fortuna editoriale delle lettere, la Nota ai testi e la Nota linguistica, oltre agli indici (delle lettere, degli autografi, dei corrispondenti e dei nomi).

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