Lo scorso dicembre è stato eletto presidente del ComItEs per il New South Wales, con sede a Sydney, e si è messo subito al lavoro per una serie di ambiziosi obiettivi da raggiungere in nome della comunità italiana in Australia. È Luigi Di Martino, 36 anni, siciliano doc, un passato tra gli studi a Roma e la strada del giornalismo, lasciata per il desiderio di scoprire l’Australia; all’inizio doveva essere solo qualche tempo, giusto per imparare l’inglese, salvo poi un dottorato alla Western Sydney University, dove ora svolge il ruolo di ricercatore nell’ambito della diplomazia pubblica e un decennio nella “terra dei canguri”. L’Italia, e più nello specifico la sua Sicilia e Rosolini, nel siracusano, gli mancano, anche se una volta all’anno riesce sempre a tornare, ma c’è un’intera popolazione, in Australia, per la quale rimboccarsi le maniche. “Ci siamo posti sin da subito tre obiettivi fondamentali. Innanzitutto dare supporto dal punto di vista informativo sia alla generazione di antica emigrazione sia ai giovani expat. Infatti, ci siamo posti il traguardo di creare uno sportello informativo su tutti gli aspetti che riguardano la vita in Australia per gli italiani. Uno sportello digitale e telefonico, complici gli insegnamenti della pandemia, per cui stiamo raccogliendo fondi per farlo vivere anche nei prossimi anni”, spiega Di Martino a 9colonne. Il secondo obiettivo, prosegue, è quello del “recupero della cittadinanza: vogliamo dare rappresentanza a tutti gli anziani che hanno perso la cittadinanza italiana, lasciandola per quella australiana parecchi anni fa, ma che si sentono ancora fortemente italiani e che vorrebbero riacquisire la cittadinanza anche in maniera simbolica. Assieme a tutti i ComItEs d’Australia avevamo preparato una lettera per i presidenti di Camera e Senato, la caduta del Governo Draghi ha complicato tutto; ci riproveremo con il nuovo parlamento dopo le elezioni del 25 settembre.
“Poi, vogliamo lavorare sul tema della salute mentale di giovani e anziani, messa a dura prova dalla pandemia e di cui si parla ancora troppo poco, quasi fosse un tabù. Noi ci abbiamo fatto un podcast, lo si trova sul nostro canale Spotify ComItEs NSW” sottolinea Di Martino. Obiettivi ambiziosi, alimentati dalla stessa motivazione che lo ha spinto a candidarsi a presidente, dopo essere stato vice nella passata legislatura: “Quando sono arrivato, gli italiani mi hanno aiutato in ogni minima cosa, dall’aprire un conto in banca ad attivare un numero di telefono. Io voglio ricambiare tutta l’ospitalità ricevuta. E poi, diciamocelo, gli italiani in Australia sono un mondo interessantissimo: fanno ancora le processioni del paese d’origine, magari aggiungendo qualcosa di tipicamente australiano. Sono, anzi siamo, straordinari”. In altre parole, un tradizionalismo fusion. Di Martino, poi, fa una panoramica dei nostri connazionali in Australia: “La grande immigrazione è avvenuta nel secondo dopoguerra; quella era una generazione che ha combattuto fortemente per i diritti degli immigrati e che ha portato italianità in Australia, basti pensare alla cultura del caffè: se oggi è così diffusa qui è grazie ai nostri avi. Ora invece c’è un’immigrazione giovane, diversa, che magari ha meno contatti con l’Italia che ha lasciato. Ecco, il vero grande obiettivo che ci dobbiamo porre è capire come fare comunità con tutte queste esperienze di espatrio in questo periodo di transizione”. Un lavoro di sinergia e di impegno, una sfida che il ComItEs presieduto da Luigi Di Martino è intenzionato a vincere. (Feb - 1 ago)
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