di Paolo Pagliaro
Variegato e creativo. Così appare agli economisti della voce.info il panorama degli sgravi fiscali promessi dai partiti nei loro programmi elettorali. Tra gli impegni riguardanti Irpef e Ires, si va dagli incentivi all’imprenditoria femminile e giovanile, a quelli per favorire il rientro di italiani dall’estero, dagli sgravi per l’abbonamento in palestra o in piscina, al rafforzamento delle agevolazioni per il welfare aziendale, dalla stabilizzazione degli sconti per l’acquisto della prima casa, ai bonus edilizi, che qualcuno vorrebbe ridurre e qualcun altro rendere permanenti.
Tutti i partiti della coalizione di centrodestra puntano poi, sia pure con modalità diverse, sulla flat tax. Forza Italia la vorrebbe del 23% su tutti i redditi: costo previsto per lo Stat, 30 miliardi l’anno. La Lega propone invece una flat tax del 15%, e in questo caso il costo – secondo analisti indipendenti – potrebbe raggiungere i 50 miliardi. Più cauta Fratelli d’Italia che invece, propone di applicare la flat tax solo alla parte di reddito eccedente rispetto a quanto dichiarato l’anno precedente.
Nella corsa ad abbattere le aliquote non mancano gli inciampi. Questa mattina, ad esempio, il Sole 24 ore ci fa sapere che – tra deduzioni e detrazioni - già 8 italiani su 10 pagano un’Irpef effettiva inferiore o pari al 15%. Su circa 40 milioni di contribuenti con redditi superiori a zero, ce ne sono 31 milioni e 400 mila per i quali l'incidenza dell'imposta netta non va oltre quella soglia. Di questi, 9,4 milioni hanno addirittura un'imposta nulla. Se ne deduce che per la maggioranza degli italiani la flat tax sarebbe un pessimo affare.