di Paolo Pagliaro
Non è candidato alle elezioni ma presenta in questi giorni anche in Italia il proprio programma il filosofo e sociologo Edgar Morin, che pur avendo compiuto in luglio 101 anni, continua a distimguersi per la freschezza del pensiero.
In un librino di 80 pagine intitolato “Svegliamoci!” pubblicato dall’editore Mimesis, Morin elenca i pilastri di una possibile politica diversa.
Una politica dell’energia che privilegi le rinnovabili, una politica dell’acqua che diniquini fiumi, laghi e oceani; una politica della città che favorisca zone pedonali, trasporti pubblici elettrici e che sviluppi quarieri ecologici conviviali; una politica delle campagne che faccia regredire l’agricoltura industriale che rende sterili i terreni e standardizza prodotti poveri di vitamine, insipidi e pieni di pesticidi; una politica economica che assicuri una regressioe costante dell’onnipotenza del profitto; una politica dell’istruzione che dia nuovo impulso alla laicità e restituisca agli insegnanti la loro grande missione umanista; una politica di rifoma dello Stato che lo sburocratizzi e lo liberi dall’assedio delle lobby private parassitarie; una politica di riconoscimento della piena umanità dell’altro. Non possiamo eliminare il dispiacere e la morte ma possiamo aspirare a un progresso nelle relazioni tra esseri umani, individui, gruppi, etnie e nazioni, conclude Morin, convinto che rinunciare al migliore dei mondi non significhi affatto rinunciare a un mondo migliore.