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Sky glass: l’apparecchio tv che ci fotografa l’anima

Sky glass: l’apparecchio tv  che ci fotografa l’anima

di Michele Mezza

La prossime elezioni non saranno scandite dai sondaggi ma dalla TV. Non dai programmi e dai talk televisivi, ma proprio dall’apparecchio televisivo che saprà ben prima degli stessi elettori chi vincerà. TV Glass, la nuova televisione lanciata dall’omonima piattaforma satellitare, ripristina, dopo 50 anni, il potere di controllo e selezione dell’accesso ai programmi da parte dell’hardware, proprio dell’elettrodomestico .
Dopo la rottura del monopolio, alla fine degli anni 70, la capacità di sorvegliare e orientare il pubblico era passata prima al telecomando, leggendarie le lotte per posizionarsi ai primi posti sulla tastiera. Poi, con il moltiplicarsi dell’offerta, fondamentale risultava l’efficacia del menù, che permetteva una scelta rapida. A metà degli anni novanta il decoder, ossia il sistema di connessione diretta del telespettatore all’offerta satellitare, decretò la vittoria della pay tv e il declino della Rai che non aveva potuto sviluppare una tecnologia finalizzata.
Successivamente siamo arrivati , con le TV streaming, ai consigli e alla reputazione degli utenti che permetteva all’emittenti digitale di indirizzare a colpo sicuro. Ultimo passaggio il telecomando già predisposto, con i tasti che inviano direttamente ai singoli palinsesti, o ai generi: film, sport, attualità.
Nel frattempo cominciava a ballare il dominio dell’auditel, che per 50 anni ha battuto moneta nel campo televisivo decretando, in base ad un’alchimia ancora del tutto da verificare, il successo o meno di questo e quel programma. Man mano che si accorciava la distanza fra l’utente e la programmazione, auditel vedeva ridursi il suo potere. Ora Sky fa una mossa da scacco matto.
Dopo aver elaborato il decoder e reso sempre più sensibile la scelta degli abbonati, la piattaforma lancia un televisore intelligente che riassume tutte le funzioni discrezionali di un utente: connessione all’antenna, decoder di accesso, selezione dei programmi, comando vocale che identifica esattamente tutto il gruppo che sta usufruendo della programmazione in quel momento.
L’apparecchio televisivo riprende il dominio che occupava negli anni sessanta, quando era il vero focolare della casa al centro dell’abitazione.

Ora si tratta di capire come verra gestita ed elaborata questa massa stratosferica di dati che Sky potrà raccogliere. La piattaforma infatti si assicura con questo dispositivo l’inventario permanente delle scelte degli utenti, che verranno registrate e combinate fra loro. Auditel sarà, gradualmente, del tutto sostituita, via via che si diffonderanno questi televisori.
E’ come cambiare moneta, come quando passammo dalla lira all’euro: tutto verrà riclassificato in base ai nuovi valori. Poi si tratterà di analizzere semanticamente tutti gli impulsi che il televisore registrerà: le pause, il tono della voce nella scelta dei programmi, le interferenze di altre persone, la combinazioni di generi diversi. Ognuno di noi sarà radiografato, ancora di più verrà sottoposto ogni giorno a una risonanza magnetica della sua emotività. Sulla base del comportamento in certi periodi, ad esempio in una campagna elettorale, non sarà difficile ricostruire le tendenze e le opzioni politiche di ognuno degli utenti, della geografia degli orientamenti che stanno maturando. Sulla base di un’ eventuale evoluzione di questo sistema sarà possibile organizzare delle comunità on line, delle consultazioni, a livello di condominio o di quartiere. Insomma siamo all’ibridazione fra computer e tv, controllata da un unico soggetto che potrà profilare i suoi clienti, predisporre i programmi più graditi da loro, o in grado di condizionarne comportamenti e atteggiamenti.
I comandi vocali, che l’apparecchio consentirà saranno inoltre un vero cavallo di troia per entrare nella nostra più intima situazione emotiva. La voce manifesterà intanto il numero di persone che sta guardando la TV, le loro relazioni, le condizioni e lo stato emotivo. Tra l’altro registrando il timbro della voce sarà persino possibile , a qualche malintenzionato che dovesse appropriarsi di questi dati, entrare nei dispositivi che ormai sono comandati vocalmente. Si ripropone lo spettro di un grande fratello, che si presenta nelle nostre case con l’immagine più famigliare ed intima di un innocente televisore che parla ed ascolta, come Alexa. Sarebbe interessante sapere dove andranno questi dati raccolti: in quale server, attraverso quale cloud. La norma europea impone che i sistemi di archiviazione siano localizzati nel paese in cui vengono prodotti i dati. E mediante quali protocolli ne sarà garantita la riservatezza e con quali modelli di adesione all’uso di questi dati si imporranno agli utenti. Sono domande che qualcuno dovrà fare, e soprattutto sono nodi che le autorità, dall’Agcom all’Autority della Privacy dovrà sciogliere prima che si creino fatti compiuti.
Si racconta che una volta un funzionario Rai, nei mitici anni 60, telefonò a Totò presentandosi dicendo “buongiorno qui la televisione” e il principe della risata rispose “bene le passo il frigorifero”. Ora la Tv potrà parlare direttamente con gli elettrodomestici di casa senza nemmeno il nostro intervento. Siamo oltre 1984, siamo nel 202.

(© 9Colonne - citare la fonte)