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Elezioni, Pusceddu (M5S): Far sentire la voce degli Aire

Elezioni, Pusceddu (M5S): Far sentire la voce degli Aire

Piergiuseppe Pusceddu è nato a Cagliari nel 1981. Laureato in giurisprudenza e abilitato alla professione di avvocato, dal 2017 risiede in Olanda, dove ha lavorato in ambito universitario nel settore delle politiche dell’innovazione della Repubblica popolare cinese. È candidato alla Camera per il M5S nella Ripartizione Europa: l’obiettivo politico è “far sentire la voce degli iscritti all’AIRE”, afferma in un’intervista a 9colonne.

Com’è maturata la decisione di candidarsi con il M5S alle prossime elezioni?
“Il panorama politico italiano è sempre stato caratterizzato da una certa vivacità. Molti politici si rinnovano, lasciano gli schieramenti, ne creano di nuovi, si spostano con nonchalance da destra a sinistra. La stessa classe politica, nel corso degli anni, ha causato danni alla qualità del nostro stato sociale. La stessa personificazione della politica ha prodotto dibattiti poveri di argomenti, o peggio con la realtà dei fatti mistificata. Ho sempre apprezzato il fatto che nel M5S si sia dato spazio ad una politica poco accomodante con lo status quo e la classe dirigente, ma tuttavia sobria e dove ci si sforza di portare i contenuti e i temi al centro del dibattito politico. Queste sono le ragioni che porto a motivazione della mia candidatura e ringrazio il M5S per avermi dato uno spazio in questa campagna elettorale”.

Quali sono le problematiche più sentite tra le comunità italiane all’estero?
“Non c’è una risposta univoca. Ho ricevuto dei messaggi privati che posso usare come una cartina al tornasole. Per alcuni ci sono i ritardi nel rinnovo dei documenti presso le sedi consolari. Questo non è un problema comune a tutti i Consolati, sebbene molti di essi abbiano carenze di personale, la qual cosa si riverbera nei servizi offerti. Per altri, la sanità è un problema. Ci sono dei connazionali che non si iscrivono nell’AIRE per non perdere l’accesso al servizio sanitario nazionale italiano. Anche il problema della contribuzione alle casse pensionistiche di diversi Stati qualora si abbia una carriera lavorativa a cavallo di più paesi del mondo lascia l’amaro in bocca perché si rischia di non vedersi riconosciuti gli anni di contribuzione a tali casse. C’è tanto su cui lavorare, e la prospettiva è quella di medio/lungo termine”.

Quali gli impegni su cui si concentrerà se venisse eletto?
“Se venissi eletto vorrei sviluppare la mia azione su due fronti. La prima è quella di far sentire la voce degli iscritti nell’AIRE, specialmente per quanto riguarda i servizi consolari, la materia pensionistica e il rientro dei ricercatori italiani all’estero. In secondo luogo, mi piacerebbe lavorare sulla transizione tecnologica ed ecologica, che potrebbe rivelarsi un volano per l’economia italiana che talvolta procede a singhiozzo. Oltre che un guadagno in termini puramente ambientali”. (red - 23 set)

(© 9Colonne - citare la fonte)