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direttore Paolo Pagliaro

La parte nascosta
della guerra ibrida

La parte nascosta <br> della guerra ibrida

di Paolo Pagliaro

La guerra cibernetica è la parte nascosta della guerra ibrida che si sta combattendo in Ucraina, e noi non siamo certo spettatori.
Il primo massiccio attacco hacker contro l’Italia quest’anno ha colpito una serie di siti istituzionali che hanno smesso di funzionare dalle 17 alle 20 di mercoledì 11 maggio. I siti internet del ministero della Difesa, del Senato, dell’Istituto superiore di sanità e dell’Automobile Club sono stati irraggiungibili a causa dell’incursione informatica rivendicata da due gruppi di cyber attivisti, Killnet e Legion, che sostengono la Russia. Ma poi c’è stato anche il furto di migliaia di contatti telefonici e di e-mail, informazioni di aziende private e pubbliche finite in vendita nel dark web. Episodi raccontati da Pierguido Iezzi, un’autorità nel campo della cyber security, in coda al libro di Michele Mezza intitolato “Net-war” e pubblicato in questi giorni da Donzelli.
Mezza osserva che in Ucraina le armi con cui viene condotta la guerra coincidono per la prima volta con le infrastrutture digitali dell’informazione: siti web, smartphone, droni, sistemi di geolocalizzazione, piattaforme social, che consentono agli invasi di colpire con estrema precisione le forze nemiche, anche grazie al supporto diretto della popolazione che rimane connessa persino sotto i bombardamenti. Ma Mezza aggiunge anche che questa è la prima guerra in cui si producono fonti autentiche per inquinare i fatti. Ogni fotogramma viene attentamente vagliato e misurato, molti contenuti sono manomessi, le riprese satellitari svelano segreti che solo fino ad un paio di anni fa sarebbero stati riservatissimo patrimonio degli alti comandi militari. Questa, conclude Mezza, è una guerra che si combatte anche con le armi del giornalismo, e che lo sta cambiando.

(© 9Colonne - citare la fonte)