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direttore Paolo Pagliaro

Il Mediterraneo
cambia pelle

di Paolo Pagliaro

Nel dibattito pubblico il nuovo ordine del giorno prevede che al primo posto ci sia l’immigrazione via mare, che nel 2021 ha significato 67 mila arrivi in un Paese che nello stesso anno ha visto andarsene più di 100 mila residenti. Gli arrivi per la verità sarebbero stati di più se 2500 persone non fossero morte affogate.
Cosa sta succedendo nel Mediterraneo prova a spiegarlo su Neodemos Massimo Livi Bacci. Nel 1950, l’intera regione contava 200 milioni di abitanti, per oltre la metà nei paesi della Riva Nord, nel 2050 la popolazione si avvicinerà ai 700 milioni. Una crescita spettacolare che ci riguarderà poco o niente. Nel 1950 la Spagna aveva una popolazione tripla di quella del Marocco, nel 2050 saranno in parità; la popolazione della Francia era quintupla di quella dell’Algeria, ma saranno equivalenti nel 2050; la popolazione dell’Italia era più che doppia di quella dell’Egitto, ma tra poco varrà appena un terzo di questa. Il baricentro demografico del Mediterraneo si sta insomma allontanando dall’Europa. In compenso tra il nord e il sud del Mediterraneo è aumentato il divario economico, il reddito procapite nei tre paesi europei è di 41mila dollari contro i 10 mila della Riva Sud. Da noi peserà sempre di più la componente anziana, in Egitto, Libia, Siria, Tunisia aumenterà il peso demografico delle generazioni dai 15 ai 35 anni, mediamente molto più istruite che in passato La domanda è se riusciremo a farne un fattore di crescita nei paesi di partenza e in quelli di arrivo. Opera delicata e difficilissima, ma che non ha alternative.

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