Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

IIC Lima, l’amore del Perù per il teatro e la lingua

IIC Lima, l’amore del Perù per il teatro e la lingua

In Perù è grande l’interesse per la cultura italiana, specialmente da parte dei giovani. Nel corso di un’intervista con 9colonne, Silvia Vallini, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Lima, ha raccontato come, ad attirare i peruviani, siano soprattutto il teatro e l’opera, così come la musica. Sono tanti i giovani del Perù che sognano l’Italia, e per questo l’Istituto, organo periferico del ministero degli Esteri, registra anche un grande successo dei propri corsi di lingua, fondamentali per poter ottenere i visti necessari a trasferirsi oltreoceano.

Silvia Vallini, direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura di Lima. Il suo è un impegno importante. Che platea si trova davanti?
“Il pubblico peruviano è un pubblico meraviglioso. Possiede un'intelligenza emotiva straordinaria, frutto di una cultura millenaria stratificata dentro di sé e quindi accoglie con grande interesse e ricettività la qualità dei nostri interventi e dei nostri eventi culturali”.

C'è un settore che li attrae di più?
“L'insegnamento della lingua italiana è la parte maggiormente rilevante del nostro Istituto, che è uno dei più grandi della rete e che, nel 2021, contava quasi 5000 iscritti. Inoltre, abbiamo in gestione il teatro Pirandello, che conta 700 posti ed è il quarto teatro della città di Lima per capienza di pubblico. Al suo interno abbiamo organizzato una vera programmazione italiana, con la realizzazione soprattutto di laboratori sull'opera insieme agli allievi del Conservatorio, che stanno andando molto bene”.

Avete avviato anche delle collaborazioni con i teatri italiani?
“Abbiamo avviato una collaborazione con un altro teatro Pirandello, quello di Agrigento. Ci siamo trovati grazie ai social e progettiamo di fare qualcosa insieme”.

Il teatro è un buon veicolo per attrarre i giovani?
“Assolutamente sì. Nel teatro abbiamo un pubblico di ogni età, ma sono soprattutto i giovani a venire; è impressionante vedere la loro risposta alla cultura italiana e all'opera. Sono attratti soprattutto dai loro amici, allievi del Conservatorio e allievi delle accademie teatrali. Abbiamo anche in programma un teatro studio, così come un’opera studio, su un pezzo ancora da decidere: sarà o di Pirandello, a cui è intitolato il teatro, o di Calvino. Lo faremo proprio con gli allievi dei corsi di laurea, perché in Perù la recitazione si studia all’università”.

L'Italia ospita una grande comunità di peruviani. È questo uno dei motivi del loro interesse per la lingua italiana?
“Assolutamente sì. Parte della nostra utenza è interessata a ricevere un certificato necessario per il loro visto e per le loro pratiche consolari”.

C’è un cantante o un artista che i Peruviani amano in particolar modo?
“Amano tutti quelli che cantano in spagnolo. La più famosa è senz'altro Laura Pausini”.

Avete ospitato un concerto di Laura Pausini?
“Speriamo, magari prima della fine del mio mandato che dura quattro anni”.

La comunità locale e la comunità italiana richiedono delle cose divere?
“Non abbiamo una programmazione distinta per i due pubblici. Tutti partecipano alle nostre iniziative con uguale interesse, anche se la comunità italiana sicuramente ha una maggiore partecipazione emotiva”.

La circolarità delle informazioni tra Istituti di Cultura vi aiuta?
“Sicuramente ci aiuta. Nel Sud America abbiamo una newsletter con i colleghi, oltre a progetti di circuitazione comune di artisti, in particolare con Santiago del Cile. Per esempio, abbiamo in progetto la circuitazione tra Santiago e Lima del violinista Domenico Nordio”.

Avete anche scambi sulla ricerca e sui “cervelli in fuga”?
“Questo è un capitolo abbastanza importante per il Perù, perché sono soprattutto i peruviani che amano e che vorrebbero andare in Italia. Quelle del Perù sono terre su cui è importante suscitare interesse anche da parte degli studenti italiani. Non ci sono probabilmente grandi comunità di ricercatori italiani nelle università peruviane e, quindi, è importante continuare a creare relazioni e protocolli d'intesa e sviluppare il settore degli studi in Italia”.

Se potesse esprimere un desiderio, cosa chiederebbe per migliorare il suo lavoro?
“Più personale: un addetto culturale e più contrattisti”. (sab - 18 nov)

(© 9Colonne - citare la fonte)