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Valerio Santoro sul palco a Roma: “Il teatro ci salverà”

Valerio Santoro sul palco a Roma: “Il teatro ci salverà”

Impresario, ma soprattutto apprezzato attore di teatro, cinema e tv, Valerio Santoro è l’immagine di un’arte poliedrica e multiforme, sempre pronta ad esplodere in tutte le sue mille coloratissime, sfaccettature. Originario di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), l’attore campano, oggi cinquantenne, dopo una laurea in architettura conseguita nel 1996, è stato costantemente presente nei cast di compagnie primarie del panorama teatrale italiano, passando dal repertorio tradizionale a quello della commedia, per finire ai classici. Iniziando dal repertorio di Eduardo De Filippo, viene diretto da Luca De Filippo in “Ditegli sempre di sì” e da Armando Pugliese in “Eduardo al Kursaal”. Poi, per quattro anni, è nella compagnia di Carlo Giuffrè, sotto la cui direzione è interprete nei due maggiori testi di Eduardo Scarpetta: “Miseria e nobiltà” e “O' Medico dei pazzi”: “Fare teatro è la mia vocazione – confessa Santoro – perché il palcoscenico rappresenta la più grande metafora della vita e, come sempre, una suggestiva via d’uscita dalla realtà”. E anche, per l’attore campano, un’esperienza che si è rivelata decisiva: “E’ stato proprio il teatro, in un certo qual senso, a fornirmi un aiuto fondamentale – confessa – permettendomi di superare una tragica esperienza di vita che mi ha riguardato. Quando salgo sul palcoscenico, io dimentico tutto. E riesco ad esprimere compiutamente me stesso, più di quanto non faccia nella vita di tutti i giorni. In fondo, anche stavolta, aveva ragione Eduardo, quando diceva che la sua vera casa fosse il palcoscenico”.

Ora, per Valerio Santoro, la parte del candido Vincenzino in “A che servono questi quattrini”, la commedia di Armando Curcio in scena in questi giorni alla Sala Umberto di Roma, con la regia di Andrea Renzi e la partecipazione, come attore nei panni del Marchese Parascandolo, di Nello Mascia. Si tratta di una coproduzione La Pirandelliana e Teatro di Napoli–Teatro Nazionale: “La vicenda di cui vogliamo parlare al pubblico - spiega Valerio Santoro - ruota attorno al Marchese Parascandolo, detto “il Professore” che, per dimostrare le sue teorie socratiche, bizzarre e controcorrente, ordisce un piano comicamente paradossale, che si dipana attorno all’inutilità del denaro. L’Italia di lì a poco sarebbe entrata nel conflitto della Seconda Guerra Mondiale ma l’argomento, così esplicitamente indicato nel titolo, stuzzicò la curiosità del pubblico di allora tanto che, nel 1942, la commedia arrivò sugli schermi cinematografici per la regia di Esodo Pratelli, con Eduardo e Peppino De Filippo protagonisti”. Questa è dunque la storia che fa da sfondo a “A che servono questi quattrini” e l’interpretazione di Vincenzino, discepolo prediletto del Marchese, serve a mettere in luce tutte le qualità attoriali di Santoro: “Mi sto divertendo molto – ammette l’attore – perché interpretare un ragazzino come Vincenzo mi fa tornare alle origini. Descrivere la sua purezza, il suo entusiasmo, la sua innocenza, lo trovo un privilegio. Quando poi, al termine dello spettacolo, mi si avvicina qualcuno del pubblico e mi ringrazia per avergli fatto vivere una serata bella e spensierata, io torno a casa felice. Perché ho raggiunto il mio obiettivo. Questa è, infatti, più chiara testimonianza che il mio lavoro l’ho svolto con passione, trasmettendo qualcosa di significativo agli altri”.

Le stesse emozioni che gli sta trasmettendo l’attività de “La Pirandelliana”, con la sua attività di produzioni teatrali, della quale Santoro è direttore artistico: “Questa realtà festeggia oggi i 23 anni di attività – sottolinea – di cui 17 sotto la mia direzione. Posso dire con orgoglio di aver decuplicato i numeri de La Pirandelliana, senza mai tralasciare né la qualità degli spettacoli proposti né la fruibilità per il pubblico. E poi, ho anche la soddisfazione di aver prodotto tanti attori di classe immensa, scritturando artisti del calibro di Arnoldo Foà, Massimo Ghini, Valeria Valeri, Nancy Brilli, Giuseppe Battiston, Maria Amelia Monti, Luisa Ranieri, Gianfelice Imparato, Carlo Delle Piane, Antonio Catania, Barbora Bobulova, Maurizio Micheli, Debora Caprioglio e tanti altri”. Lo sguardo si volge poi al presente: “Con La Pirandelliana – aggiunge Santoro – stiamo portando in questi giorni in tour la commedia gialla Trappola per Topi, il grande classico di Agatha Christie. La regia è di Giorgio Gallione, con un cast d’eccezione e un bravissimo Lodo Guenzi. Lo spettacolo sta avendo un successo incredibile e per me, certificarlo, ogni giorno è una gioia indescrivibile. Significa che stiamo lavorando bene”. La poliedricità ha portato Valerio Santoro a essere protagonista anche in tv e al cinema, con numerose partecipazioni nelle più conosciute fiction televisive, come Capri, Don Matteo, Un medico in famiglia, il Commissario Ricciardi, Mina Settembre e molte altre: “Vengo dal teatro ma ho sempre fatto la tv con grande naturalezza – ammette Santoro – perché davanti alle telecamere mi trovo a mio agio, tanto che, anche in tv, mi piace diventare un’altra persona, completamente trasformato rispetto a ciò che sono nella realtà. Il fatto che il pubblico apprezzi questa caratteristica, è la più bella di tutte le soddisfazioni”. Infine, uno sguardo al futuro: “Come impresario e come attore – conclude Valerio Santoro – il futuro è costellato da una marea di impegni. L’augurio che mi faccio è quello di continuare a fare ciò che più mi piace sempre seguendo quella che è la mia filosofia”. (bra – 21 nov)

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