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FASSINO: UN PD NUOVO
E CHE SIA “FEDERATORE”

FASSINO: UN PD NUOVO <BR> E CHE SIA “FEDERATORE”

Intervistato da Il Riformista, Piero Fassino sottolinea la necessità di “un congresso costituente che segni l'avvio di un secondo ciclo di vita del Pd. Il primo ciclo – spiega l’ultimo segretario dei Ds - iniziò nel 2007 quando abbiamo fondato il Partito Democratico. Quindici anni in cui via via abbiamo dato al Pd un profilo, una soggettività sempre più distinta dai partiti che gli hanno dato origine. Quando nacque il Partito Democratico era ‘figlio’ dell'incontro tra Ds e Margherita e nei primi anni di vita è stato molto influenzato dal suoi ‘genitori’. Poi mano a mano che negli anni il Pd è cresciuto, si è affrancato sempre di più da una dipendenza dalle origini per affermare una propria personalità. Tant'è vero che già oggi noi abbiamo molti sindaci, dirigenti del Pd che non vengono né dal Ds né dalla Margherita ma che sono, per usare una espressione di Bersanl, dei ‘nativi’ del Partito democratico. Questo ciclo è arrivato in qualche modo a conclusione”. Secondo Fassino, dunque, “adesso si tratta di aprire un ciclo del tutto nuovo, in cui il Pd viva davvero e compiutamente di vita propria e sia capace d'incontrare un consenso largo nel paese. E questo è il primo obiettivo del congresso costituente.  Il secondo è quello di scegliere una leadership capace di far vivere e radicare il nuovo Pd. Il processo costituente inizia adesso ma dovrà continuare anche oltre il congresso perché il percorso di rigenerazione del Pd, nei suoi contenuti, negli obiettivi, nelle forme organizzative, nella sua classe dirigente, non è che si compie nel giro di due mesi. In due mesi si avvia un processo che culmina con le primarie nella scelta di un leader: poi sarà responsabilità di quel leader continuare questo processo per dare vita a quello che abbiamo definito un ‘nuovo Pd’. Insomma il segretario del nuovo Pd dovrà essere un ‘ricostruttore’. Ma anche un ‘federatore’. Si perché noi pensiamo a questo nuovo Pd come perno essenziale di un'alleanza progressista. Quel che ci ha detto il risultato elettorale del 25 settembre è motto chiaro. La destra ha vinto con 12 milioni di voti. Le tre forze politiche di opposizione che si riconoscevano in un campo progressista hanno raccolto 16 milioni di voti, ma non hanno vinto perché divise. E quindi il problema è come si ricostruisce un'alleanza. Il Pd che nascerà da questo percorso costituente deve avere l'ambizione di essere anche un soggetto ‘federatore’ promuovendo la ricomposizione di un quadro progressista ampio, in grado di competere con la destra con la possibilità di vincere le prossime elezioni”. (24 FEB – deg)

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