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direttore Paolo Pagliaro

IIC Strasburgo: i progetti del direttore tra scuole e Istituzioni

IIC Strasburgo: i progetti del direttore tra scuole e Istituzioni

Strasburgo è una città internazionale, frequentata ogni giorno da persone che provengono da tutta Europa, e non solo. In questo contesto opera l’Istituto Italiano di Cultura guidato da Giovanni Grussu, che, tra musica, progetti nelle scuole, cinema e fumetti, cerca di diffondere al meglio la cultura italiana davanti ad una platea così eterogenea. Sono diverse le collaborazioni che questo ente del ministero degli Affari esteri ha avviato con ogni tipo di realtà, dalle istituzioni europee ai piccoli organismi privati o pubblici, come ha raccontato Grussu a 9colonne.

Giovanni Grussu, lei è direttore a Strasburgo. È difficile rappresentarci?
“No. L’Italia ha, per sua fortuna, ancora un nome nel campo internazionale, soprattutto quando si tratta della cultura. Ogni volta che ci presentiamo come italiani c'è sempre uno sguardo che si illumina e che ci accoglie con grande favore”.

Lei interloquisce con una platea internazionale. Qual è la nazione, o il popolo, che ci segue con più affetto?
“Direi un po’ tutti. Io fondamentalmente opero in Francia, quindi ho a che fare soprattutto con i francesi. Bisogna però dire che a Strasburgo, che è sede di grandi istituzioni europee, collaboriamo un po’ con tutti i paesi: sia quelli che fanno parte dell’Unione europea, sia quelli europei che però non ne fanno parte. Con loro si riescono a organizzare cose molto interessanti, dalle rassegne di cinema ai concerti alle mostre fotografiche, coprendo un po’ tutti i campi dell’espressione artistica”.


Quali sono le richieste di collaborazione che vi vengono rivolte?
“C'è un po’ di tutto. Abbiamo teatri che vogliono collaborare con noi e, soprattutto, organismi pubblici, privati o semi privati che si occupano di musica. Ci sono poi anche grandi istituzioni, come può essere l'Opera di Strasburgo, o istituzioni un po’ più piccole che hanno degli interessi settoriali, come la memoria del luogo. Un esempio è dato da questa iniziativa, chiamata la ‘casa dell’immagine dei ricordi’: una specie di archivio storico delle immagini, dei diari e dei filmati che riguardano l’Alsazia, nel corso del quale è stato anche presentato un film italiano che ripercorre le memorie di coloro che hanno partecipato alla campagna di Russia. A parte questo piccolo esempio collaboriamo anche con il Consiglio d'Europa e col Parlamento europeo. A tutti piace poter lavorare con noi e poter associare il loro nome a quello dell'Italia”.

Avete rapporti con le istituzioni scolastiche?
“Stiamo attivando collaborazioni a livello di direzione regionale, con il rettorato delle scuole in cui, tra l'altro, ci sono un paio di persone di origine italiana e quindi sensibili al tema, in modo da poter coinvolgere gli studenti dalle scuole medie in poi, fino ad arrivare all'università. Non solo è bello far conoscere loro la cultura italiana, ma è bello anche poter stabilire un rapporto con le nuove generazioni e allargare il loro campo visivo rispetto a quelle che possono essere le espressioni culturali. Ad aprile abbiamo collaborato all'organizzazione di un Festival del cinema italiano per ragazzi, a cui hanno partecipato mille studenti di sezioni e di scuole italiane del Grand Est”.

Il fumetto è un altro veicolo. Voi avete utilizzato questo strumento?
“Sì, abbiamo presentato a dicembre scorso una bellissima mostra in collaborazione con altri quattro istituti su Dante. Era una mostra molto particolare organizzata dal Comicon di Napoli, che ha chiesto a una trentina di illustratori e fumettisti di scegliere un passo della Divina Commedia e di illustrarlo a modo loro, con il loro stile, con la loro impressione e con quello che hanno voluto vedere in quelle parole. Hanno creato questa mostra molto bella e di successo che ha circolato in Francia ed è stata anche ad Amburgo. L'espressione visiva delle parole di Dante è stata molto apprezzata, anche come fattore di innovazione”.

Se potesse scegliere o chiedere uno strumento in più per svolgere al meglio il suo lavoro, cosa chiederebbe?
“Detto sinceramente, un paio di contabili”. (Sab - 24 nov)

(© 9Colonne - citare la fonte)