di Paolo Pagliaro
In sette mesi medici e pazienti della Basilicata hanno trasferito al fascicolo sanitario elettronico il 95% dei loro referti, analisi e ricette. In precedenza non si raggiungeva il 30%. Nello stesso periodo in Campania si è passati dall’ 1,5 al 53%, in Piemonte dal 50 all’80%. Altrettanto vistosi sono stati i progressi per quanto riguarda la trasferibilità dei dati tra le diverse regioni, nel caso specifico Emilia-Romagna, Lombardia e Puglia: qui la migrazione dei documenti, molto importante per chi va a farsi curare lontano da casa, è passata dal 14 al 93%.
Sono i numeri decisamene incoraggianti, e forse inattesi, del progetto pilota avviato dal precedente governo in 6 regioni per promuovere l’utilizzo del fascicolo sanitario elettronico, strumento decisivo per il buon funzionamento del sistema sanitario. Affidando a un archivio digitale la storia della propria vita sanitaria, e mettendo i medici di famiglia e quelli ospedalieri nella condizione di condividerla, il cittadino può essere curato meglio e la sanità pubblica può evitare molti sprechi.
Adesso, grazie al Pnrr, sono disponibili 600 milioni far decollare il sistema anche nelle altre regioni. Attraverso il nuovo fascicolo eletttonico – oltre che consultare i dati clinici – si potranno prenotare e pagare le prestazioni, accedere ai servizi di Telemedicina, ricevere informazioni sulla propria patologia. Ne avranno un vantaggio anche i farmacisti e gli infermieri, che ovviamente potranno accedere solo alle informazioni di loro competenza. Il tutto sarà a regime antro il 2026, questo almeno è l’impegno che abbiamo preso con i nostri finanziatori di Bruxelles.