di Paolo Pagliaro
Anche quest’anno si deve al centro studi Itinerari Previdenziali e al suo presidente Alberto Brambilla, un’operazione verità sullo scandalo fiscale italiano. Il rapporto presentato stamane al Cnel ci dice che nel 2021 solo 30 milioni e 300 mila contribuenti hanno versato almeno 1 euro di Ipref, il valore più basso registrato dal 2008. Quasi metà degli italiani risulta dunque a reddito zero.
Quanto all’altra metà, la situazione è variegata. Nove milioni di persone pagano in media 22 euro l’anno, altri 8 milioni ne pagano 367. Mentre dichiara redditi superiori ai 35 mila euro solo il 13% dei contribuenti. Sono questi 5 milioni di persone che si fanno carico del 60% dell’Irpef e che in sostanza finanziano il welfare. e in particolare i 122 miliardi per la sanità e i 144 per la spesa sociale . Tutti gli altri si limitano a usufruirne.
Una fotografia che sembrerebbe poco veritiera se si guarda ai consumi e alle abitudini di spesa dei cittadini di un Paese membro del G7. Secondo il presidente della Cida, la Conferderazione dei dirigenti che ha promosso l’indagine, il fatto che i lavoratori con redditi superiori a 35 mila euro lordi siano appena il 13% apre a un’unica alternativa: “o stiamo scivolando verso un impoverimento generale non adeguato a una potenza industriale oppure nel Paese c’è un sommerso enorme. Di fatto, stiamo continuando a favorire gli evasori”.