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Cora Daolio: la space economy internazionale vista dall’Italia

Cora Daolio: la space economy internazionale vista dall’Italia

Negli ultimi tempi, un po’ per quello che sta avvenendo con la missione Artemis1 e un po’ per le esperienze “turistiche” che si sono messi a organizzare i super paperoni, lo spazio è tornato al centro delle cronache nazionali e internazionali. Non che se ne fosse mai andato, intendiamoci. Lo sa bene, infatti, chi quotidianamente si occupa di space economy. Letteralmente “l’economia dello spazio”, che l’Ocse ha inquadrato come “l’intera gamma di attività e l’uso di risorse che creano valore e benefici per gli esseri umani nel corso dell’esplorazione, ricerca, comprensione, gestione e utilizzo dello spazio”. In altre parole, tradurre le idee rivolte al cosmo in realtà, creare sinergie tra imprese, agenzie e governi. Un mondo tanto complesso quanto affascinante, lo stesso in cui orbita (e si perdonerà il gioco di parole) Cora Daolio. Originaria di Mantova, 34 anni, Cora scrive per astrospace.it, ma è anche parte attiva nella space economy a livello internazionale. Laureata in economia e management a Trento e prossima alla laurea magistrale a Verona, Cora racconta così a 9Colonne il suo approdo nella space economy: “È sempre stato un settore che mi ha attirato. Quando poi negli ultimi anni ho visto l’evoluzione di questa realtà, ho pensato che c’era un’opportunità. Così ho iniziato a seguire più da vicino le vicende dello spazio. La space economy sostanzialmente è un marketing B2B fatto di relazioni tra imprese e governi, con organizzazioni complesse e analisi dei costi impegnative. Ma è la nuova frontiera da esplorare”.

Cora si occupa di relazione tra imprese italiane, Asi (Agenzia Spaziale Italian) ed Esa (l’agenzia europea dello spazio con sede a Parigi, ndr), ed è membro di Ecseco (European Centre for Space Economy and Commerce): si tratta di un ramo dell’agenzia spaziale europea, punto d’incontro di professionalità coinvolte nella space economy, studi, ricerche e politiche dell’agenzia spaziale, operativo a Vienna. Trait d’union di tutto questo, l’Europa: “Il rapporto con la space economy è interessante per l’Unione Europea, non per mero capitalismo, ma perché l’obiettivo è difendere la competitività economica internazionale anche dallo spazio. E, al tempo stesso, monitorare e gestire, ad esempio, la questione clima. Inoltre, è comprovato che le attività spaziali sono parte fondamentale dello sviluppo socio-economico e dei nostri Paesi”. Un ruolo, quello di Cora, che richiede un impegno e una dedizione costanti, ma con il gioco che vale la proverbiale candela: “La mia paura era quella di restarne fuori. La space economy è in costante apertura verso nuove professionalità, e la presenza delle donne è in aumento; inoltre, c’è una crescente curiosità sul tema”. Una dimensione internazionale eppure senza confini, in costante evoluzione; una sorta di futuro presente che cresce sempre di più. Lo conferma Cora, con una battuta: “Di spazio ce n’è. E ce ne sarà sempre di più”. (feb - 13 dic)

(© 9Colonne - citare la fonte)