Ai tanti episodi intimidatori commessi anche quest’anno in danno di commercianti, imprenditori, singoli cittadini, dobbiamo aggiungere anche quelli nei confronti dei giornalisti e degli amministratori locali, eventi che non sempre hanno avuto il giusto risalto mediatico. E’ ancora il Dipartimento della Pubblica Sicurezza con il Servizio Analisi Criminale a fornire i dati statistici (operativi) con due report che prendono in considerazione i primi nove mesi del 2022 ( le intimidazioni contro i giornalisti) ed i primi sei mesi ( quelle contro gli amministratori locali). 84 gli episodi intimidatori censiti nei confronti dei giornalisti nei primi nove mesi di quest’anno (erano stati 162 nello stesso periodo del 2021), di cui 9 riconducibili a contesti di criminalità organizzata e 46 a contesti politico-sociali. Il 68% del totale si è annotato nel Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Toscana mentre con riferimento alle città metropolitane Roma è risultata in testa con 16 episodi, seguita da Milano con 8, Napoli con 7, Bari con 5 e Bologna con 3. Nel complesso sono risultati coinvolti in qualità di vittime 74 professionisti dell’informazione, 53 uomini e 21 donne. Il canale del web è stato quello più utilizzato con 24 episodi seguito dalle minacce verbali (16), dalle aggressioni fisiche (15), da scritte ingiuriose/minacciose (12), danneggiamenti (7), invio di oggetti/proiettili (5) e da missive minatorie (5). Va anche segnalato che 18 episodi intimidatori sono stati commessi in danno di giornalisti impegnati nelle piazze italiane in occasione di manifestazioni di protesta contro le misure governative di contenimento della diffusione del Covid 19 perché ritenuti responsabili di una non corretta informazione sulla problematica pandemica (nell’analogo periodo del 2021 erano stati 53 gli episodi).
Da non sottovalutare, poi, il fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali ( quelli così individuati dall’art.77 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”), anche se si registra un decremento di eventi (300) nel primo semestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 (369). I dati elaborati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza sono stati raccolti attraverso le Prefetture e viene confermata la maggior incidenza di casi ai danni dei soggetti che costituiscono il front per i cittadini ossia sindaci, consiglieri e assessori comunali. Dal gennaio di quest’anno nel monitoraggio sono stati inclusi anche gli amministratori regionali ( non ricompresi nell’art.77 suindicato) in quanto coinvolti nei processi decisionali pubblici, con il risultato di 19 atti di intimidazione rivolti al loro indirizzo di cui 9 nei confronti di presidenti di regione, 5 verso consiglieri regionali e 3 ai danni di assessori.
La regione che ha visto il maggior numero di atti intimidatori è stata la Lombardia ( 44 eventi), seguita da Campania (40) e Calabria (33). Esaminando l’arco temporale che va dal 2013 al 2021 si rileva che in Sicilia è stato registrato il maggior numero di intimidazioni (circa 700); seguono Puglia (696), Lombardia (665) e Calabria (660), mentre la Valle d’Aosta con due casi nel 2021 è stata la regione meno toccata dal fenomeno.