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Pd, Cuperlo: Ci serve un congresso di verità

Nella corsa alla segreteria del Pd, alle candidature di Schlein, De Micheli e Bonaccini, si è recentemente aggiunta quella di Gianni Cuperlo, che in questa conversazione con 9Colonne spiega le ragioni della discesa in campo.

Onorevole Cuperlo, ci si deve preoccupare per la sua candidatura alla segreteria del Pd?
“No, sinceramente no. Io credo che ci serva un congresso di verità, dove si discute, dopo anni in cui non lo abbiamo mai fatto o non lo abbiamo fatto fino in fondo. Nonostante le sconfitte che abbiamo conosciuto. Nonostante che l’ultimo segretario eletto con le primarie si sia dimesso dicendo che si vergognava di un partito che discuteva solamente di posti mentre gli italiani erano alle prese con la seconda ondata di Covid. Credo che senza una discussione franca e sincera, anche aspra, se serve, su alcuni punti noi non usciremo dalla crisi che oggi investe questo partito, al quale sono legato, nel quale sono sempre rimasto, anche quando ero in minoranza e quando rimanere non era sempre semplicissimo. Però credo che oggi non possiamo permetterci di rischiare che questo nostro partito faccia la fine del Pasok in Grecia o del Partito socialista francese. Abbiamo bisogno che questa discussione sia talmente vera e sincera da diventare la base per un rilancio”.
“Dopodiché – prosegue Cuperlo - ho letto anch’io qualche dichiarazione virgolettata ma senza riferimenti nominativi diffusa in queste ore, e sono rimasto colpito e persino un po’ amareggiato perché io non voglio disturbare nessuno, Rispetto le altre candidature che sono in pista. Si tratta di persone che stimo, verso le quali provo amicizia. Ma secondo me nella prima fase del nostro congresso, quella dove il voto è riservato agli iscritti al Pd, o a quelli che aderiscono al percorso costituente, rendere questa discussione libera e plurale è un modo per arricchirla, non per impoverirla. Poi le regole – che io non trovo particolarmente brillanti – prevedono che solamente le due candidature più votate vadano alla seconda fase, quella delle primarie aperte. A quel punto ognuno sceglierà. Ma perché avere timore di una discussione che arricchisca con idee, proposte, suggerimenti, suggestioni il quadro difficilissimo che abbiamo di fronte? Io sono mosso da uno spirito di collaborazione, cooperazione con tutti. Mi augurerei che questo fosse anche lo spirito degli altri.

Se dovesse convincere un diciottenne a iscriversi al partito che lei immagina, chiamiamolo il nuovo Pd, cosa gli direbbe?
“Gli direi che a 18 anni devi alzare lo sguardo sul mondo, perché tutto quello che accade nel mondo riguarda la tua vita. Gli direi che c’è nuovamente la guerra nel continente europeo, dopo che le generazioni di chi era nato prima di lui gli avevano lasciato in eredità una lunga era di pace; gli direi che lui si affaccia alla vita nel momento in cui il mercato del lavoro è attraversato da trasformazioni profonde, che cancelleranno molti milioni di posti ma ne creeranno di nuovi; gli direi che per affrontare questo nuovo mondo serve una formazione permanente nel corso della vita ma soprattutto quella formazione di base che lui sta acquisendo in questi anni, Gli direi anche che questo è il momento di una scelta di campo perché dall’altra parte c’è una destra che si è presentata da subito, anche nel nostro Paese, con il volto non della propaganda ma dell’autoritarismo. È una destra che mette in discussione diritti, libertà, princìpi sui quali si sono costruite le premesse della democrazia in Italia. E gli direi che la sinistra ha bisogno da sempre di energie che arrivano da chi è più consapevole dei problemi del suo tempo, che abbiamo bisogno della sua generazione per riuscire a cambiare ciò che noi non abbiamo avuto la forza di cambiare”. (Sab – 27 dic)

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