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La ricetta del Ministro contro la “malamovida”

La ricetta del Ministro contro la “malamovida”

di Piero Innocenti

Dopo la fase più acuta della pandemia da covid-19 sono tornati i fenomeni di aggregazione di giovani e giovanissimi, in particolare nei centri storici e nelle aree più urbanizzate. La cronaca propone frequenti episodi di violenza che hanno indotto il Ministro dell’Interno a diramare, alcuni giorni fa, una circolare a tutti i Prefetti, richiamando l’attenzione sulla cosiddetta “malamovida” e in particolare su spaccio di stupefacenti, vandalismi, risse anche tra giovanissimi.
Il tema è stato spesso oggetto di attenzione in sede di Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica con la consueta “temporanea” intensificazione dei servizi di vigilanza da parte delle forze di polizia costrette, necessariamente, a distogliere risorse da altri contesti di servizio. Nella circolare si sottolinea come non si possa “prescindere da una più profonda riflessione di carattere socio culturale” – ed è questo l’aspetto da prendere in considerazione con la dovuta attenzione - ma che, intanto, “ a legislazione vigente” si debbano assumere idonee iniziative per innalzare la cornice di sicurezza intorno alla “movida”.
Viene, così, sollecitato il coinvolgimento (più volte sollecitato in passato) dei gestori di attività di intrattenimento, in particolare delle discoteche, per forme di autoregolamentazione e di “buone pratiche” nell’ottica di iniziative condivise e di una “governance” delle aggregazioni maggiormente efficace. Senza dimenticare il ricorso agli strumenti di “polizia amministrativa di sicurezza” rivolti in via generale a prevenire reati e a mantenere adeguate condizioni di vivibilità nelle città.
Così, vengono ricordati alcuni provvedimenti che consentono all’autorità di pubblica sicurezza (Prefetti e Questori), di agire direttamente in via anticipatoria per evitare situazioni di illegalità, come la sospensione o la revoca delle licenze in caso di abuso (art.10 del TULPS) o di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica (art.100 TULPS) o l’adozione di divieti di accesso in determinate aree urbane o in pubblici esercizi di persone che si siano rese protagoniste di determinate condotte. Senza contare, infine, la possibilità per il Prefetto ( ex art.19 dpr 1977 n.616) di richiedere al Sindaco la sospensione, l’annullamento o la revoca di talune tipologie di licenze laddove emergano esigenze di pubblica sicurezza.
La circolare conclude con il consueto richiamo ai Prefetti ai quali si chiede di “valorizzare ogni possibile forma di raccordo e sinergia sul territorio con tutti i soggetti interessati”. Vedremo se ci saranno risultati soddisfacenti ( magari esercitando con maggiore frequenza il potere di coordinamento delle forze di polizia, che spetta ai Prefetti) o se, come è capitato in passato, ricette e consigli per migliorare la sicurezza serviranno a poco . Si tratta di “rifondare”, almeno tra i più giovani , la cultura del divertimento coinvolgendo, come detto, i gestori delle attività di intrattenimento.

(© 9Colonne - citare la fonte)