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Emigrazione, Schiavone (Cgie): Continua il disinteresse politico

“Da anni l’instabilità del sistema politico italiano mina l’efficacia dell’azione governativa i cui effetti si riversano sulla stabilità dei governi e di conseguenza sulla credibilità delle istituzioni e sull’immagine del nostro Paese nel mondo. A ciò si aggiunge senza mezzi termini la subalternità con cui da 75 anni vengono promosse le politiche per gli italiani all’estero, spesso marginali e in molti casi decisamente insufficienti nelle azioni di governo. L’inadempienza degli obblighi governativi, com’è il caso della mancanza dell’insediamento del CGIE, a 8 mesi di distanza dalle elezioni del mese di aprile scorso, confermano l’annoso disinteresse per il fenomeno migratorio italiano. Questa condizione si è acuita dall’inizio del nuovo millennio, da quando l’emigrazione italiana è stata derubricata a mobilità di professionisti e di accademici di successo. Non sono bastati i parlamentari eletti nella circoscrizione estero a incidere sulla legislazione corrente per adeguarla alle bisogna dei nostri connazionali. Anzi, solo pochi di loro negli ultimi 16 anni sono stati all’altezza del compito assegnatogli”. Così il segretario del Cgie Michele Schiavone in una intervista a La Notizia di Ginevra.
Schiavone alla Notizia di Ginevra ha parlato anche del rinnovo dei Comites: “La rappresentanza territoriale affidata ai Com.It.Es. va intesa e applicata ai sensi della legge 286/2003, che conferisce a questi organismi dei compiti e delle prerogative ben precise. Parliamo di organismi istituzionali italiani e come tali vanno sostenuti finanziariamente e riconosciuti da parte del governo e accompagnati nelle loro attività dai Consolati e dalle Ambasciate. Senza questi presupposti il loro operato rischia di essere aleatorio, o peggio, messo sempre in discussione. Una volta per sempre il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale deve applicare i dettami legislativi che assegnano ai Com.It.Es. compiti diversi dalle associazioni e, perciò, deve distribuire equamente le poche risorse finanziarie annuali assegnate al capitolo 3103, rispettando le tempistiche delle erogazioni e definendo criteri trasparenti per far operare tutti i 118 organismi. Ogni Com.It.Es, ha una propria storia e risponde ai propri elettori, compresi i 7 istituiti in Svizzera, diversi dei quali nel 2022 hanno ricevuto contributi risibili e comunque insufficienti per operare. Su 118 Com.It.Es. potenziali solo 46 hanno ricevuto dei contributi per realizzare dei progetti. Parte di questi squilibri è attribuibile anche alla disattenzione dei Consolati o delle Ambasciate”. (Red – 9 gen)

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