Ci sono fili che legano fascine umane insospettabili, come quelle tra Pier Paolo Pasolini, il senatore Marcello Dell'Utri ed Enrico Mattei - o meglio la misteriosa morte di Enrico Mattei, Presidente dell'Eni, scomparso nel 1962 in un volo aereo, in una ambiguità che miscela incidente ad omicidio. E qual è questo filo tra Pasolini, Dell'Utri, e Mattei? Ad un certo punta si scopre un manoscritto attribuito all'autore de Una vita violenta, che per mano di un anonimo finisce in quelle di Dell'Utri (il quale ha un traffico di manoscritti non indifferente, tra apocrifi Mussoliniani e non, come dimostra questo caso). In quelle pagine - una sessantina, consegnategli da un tizio in una mostra - ci sarebbero elementi importanti per discriminare se la morte di Mattei sia stata accidentale o colposa. Si sa che Pasolini negli ultimi anni della sua vita stava scrivendo un libro, che pensava essere definitivo, che diceva a Moravia l'avrebbe impegnato per tutta la vita - in effetti, ma resta incompiuto, perché come tutti sanno l'intellettuale dello scandalo viene ucciso all'idroscalo di Fiumicino. Quel romanzo oggi si chiama Petrolio, mette insieme appunti e stesure preparatorie, sembra uno studio ben informato, ma da qui alla profezia ce ne passa. Il capitolo mancante, secondo il misterioso uomo della consegna, è quello recapitato al senatore siciliano, quello in cui c'è scritta la verità. Ma perché uno sconosciuto e non la famiglia dello scrittore, perché esca così, dopo anni, appartiene più alla trama fantastica del romanzo che non alla struttura logico-sequenziale della realtà procedurale. Ed aggiunge mistero al mistero, imbarcando altre nebbie che ne enfatizzano il fascino. Ne è prova una canzone di cui parleremo.
Mattei trovò il petrolio nella Pianura Padana, costruì gasdotti per lo sfruttamento del gas, aprì al nucleare. Sotto di lui l'ENI negoziò rilevanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e fece accordi commerciali con l'Unione Sovietica. E poi fece valere il principio per il quale i Paesi proprietari delle riserve dovevano ottenere il 75% dei profitti derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti. In questo perimetro va cercata la verità sulla sua morte. La canzone arriva invece nel 2006, da un gruppo di Livorno, i Virginiana Miller, e si chiama La Sete delle anime, e vale la pena leggere quest'accostamento: "2400 anni fa vicino a Babilonia/Alessandro Magno vide per la prima volta il petrolio/qualcuno disse proviamo a buttarci dentro Stefano/il tuo servo cantore, che no, non è bello
/ma quando canta, canta come un uccello/così gli dettero fuoco e fu un uccello di fuoco./Il 27 ottobre del ‘62, a Bascapè provincia di Pavia/precipita un Morane-Saulnier con a bordo 3 persone/
fra cui il presidente dell'Ente Nazionale per gli Idrocarburi/Enrico Mattei". Non sarà la soffiata data a Dell'Utri, ma qualcosa questo brano aggiunge lo stesso.
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