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L’Italia punta sul turismo delle radici: il progetto PNRR entra nel vivo

L’Italia punta sul turismo delle radici: il progetto PNRR entra nel vivo

Un piano da 20 milioni di euro, soprattutto a sostegno dei piccoli comuni: il progetto sul turismo delle radici, inserito nel Piano di ripresa e resilienza, mette il turbo ed entra nella fase operativa. Il settore coinvolge italiani all’estero e italo-discendenti – un bacino stimato in oltre 80 milioni di persone in tutto il mondo – che vogliono tornare in Italia per riscoprire le proprie origini. Un piano ambizioso, avviato da tempo ma che oggi alla Farnesina ha visto insieme Istituzioni, comuni, amministrazioni pubbliche e private per un momento di sintesi e rilancio, anche in vista del 2024 Anno del Turismo delle radici. Un progetto che, secondo Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, “punta alla crescita del turismo nel nostro Paese, guardando non solo alle grandi città ma soprattutto ai piccoli centri”. Dopo aver ricordato l’importanza degli italiani all’estero come “ambasciatori per far crescere le presenze turistiche”, il titolare della Farnesina ha evidenziato come una “fattiva collaborazione con i territori”, soprattutto con i sindaci, è fondamentale. Per il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, “questo è uno snodo cruciale del turismo italiano, che ha un bacino di utenza di 80 milioni di persone: italiani di seconda e terza generazione che vivono all'estero e che sentono forte il legame di affetto verso la nostra nazione, che hanno un legame forte con la famiglia di origine e sono animati da sentimenti profondi, emotivi”.

Il ruolo di formazione e ricerca
Santanchè ha ricordato alcuni dati: “10 milioni di turisti delle radici prima della pandemia e 6 milioni nel 2021”. Si tratta di “numeri importanti” con “elementi interessanti come la lunghezza del periodo nel quale stanno in Italia, minimo 6 giorni, e la spesa, 4,2 miliardi nel 2021”, continua il ministro del Turismo ricordando anche l'opportunità di “rivitalizzare le produzioni agroalimentari e artigianali”. E continua: “il supporto di Enit e del portale italia.it è significativo: non una piattaforma vetrina ma uno strumento che ci consentirà di promuovere mercati chiave favorendo l'incontro strutturato tra domanda e offerta”. Per Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, il progetto “è volto a rafforzare l'attrattività dei territori, che possono essere fortemente sostenuti dal sistema educativo italiano”, oltre a sottolineare che “la promozione italiana è un fattore strategico per lo sviluppo del Paese". Valditara si è concentrato sul ruolo che la formazione può avere nel contesto del turismo delle radici, evidenziando che è necessario portare a conoscenza dei giovani “il fenomeno dell'emigrazione degli italiani nel mondo, iniziato a fine '800 e che non si è mai interrotto”, così da poter comprendere l’emigrazione di oggi. A parlare di italiani all’estero è anche Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, la quale ha spiegato che “la fuga dei cervelli non va fermata ma implementata. La vera sfida è farli tornare, più forti di prima”.

I sindaci in campo
Un "progetto fondamentale" che "parte dal basso" e che "coinvolge e valorizza i piccoli comuni". Il turismo delle radici piace anche ai sindaci italiani. Un flusso, riflette Giovanni Santo Porcu, sindaco di Galtellì, comune sardo in provincia di Nuoro, che "deve essere reso più forte con il lavoro di squadra. Il nostro è uno stile di vita lento ed ecosostenibile e con un'accoglienza di qualità che permette di far assaporare a queste persone quello che i loro avi hanno vissuto". Secondo Giuliano Ciabocco, sindaco di San Ginesio, comune marchigiano in provincia di Macerata, "creare un progetto partendo dal basso è la cosa migliore per dare valore al territorio. Dobbiamo trovarci pronti, mettere in campo attività utili e dare servizi in più: partire dal basso per cercare di soddisfare le esigenze dei turisti delle radici". "Noi siamo abituati al turismo delle radici", sottolinea invece Francesco Monteleone, consigliere delegato al Turismo del comune calabrese di Tropea, spiegando che sono molti i concittadini emigrati che tornano per cercare le loro origini: "La Regione ha dedicato molti provvedimenti per incentivare questi flussi". Anche il comune piemontese di Priocca "ha un turismo che arriva da tutto il mondo che comprende anche gli italiani all'estero", afferma il sindaco Marco Perosino, spiegando che "nell'accogliere i priocchesi all'estero ho imparato molto. C'è un potenziale enorme che può essere esteso a tutti i territori italiani".

Sinergie tra istituzioni
Soddisfatto anche Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all'estero della Farnesina, che nel suo intervento ha dichiarato che “Questo è un momento di rilancio e di sintesi importante tra le amministrazioni coinvolte e i territori: 5 ministeri, più di 600 comuni, le amministrazioni pubbliche e private. Insieme dobbiamo far partire le iniziative, che già quest'anno saranno avviate”. A margine dell’incontro, a 9Colonne, Vignali ha aggiunto che “con la giornata di oggi abbiamo lanciato il progetto del turismo delle radici, un’iniziativa importante anche nel quadro del PNRR che vuole coinvolgere gli italiani all’estero e gli italodiscendenti in questa scoperta delle origini, in questa scoperta dell’Italia”. Per Vignali il turismo delle radici può diventare un modo per “scoprire cultura, gastronomia, territori, artigianato, tutto ciò che questo bellissimo paese può offrire”. L’intento è dedicare al tema del turismo delle radici “tante iniziative”, con “un’offerta turistica strutturata, organizzata, preparata, adeguata. Per il 2024, inoltre, è previsto l’anno del turismo delle radici, che rappresenterà il “momento catalizzatore di tutti gli eventi”. “Un patrimonio di identità e valore che si traduce anche in un’occasione di sviluppo del sistema turistico italiano - aggiunge Ivana Jelinic, ceo di ENIT - Gli italiani residenti all’estero e gli Italodiscendenti sono un bacino di potenziali viaggiatori fondamentali per lo sviluppo dell’Incoming. Si tratta di viaggiatori che sviluppano un forte legame emotivo con i luoghi, con i ricordi legati alle vicende familiari e alle località e che sviluppano un racconto del territorio molto forte che va ad amplificare l’eco Italia nel mondo”. Durante l’evento è stato presentato anche il volume “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia” in una sessione dedicata, moderata da Marina Gabrieli, coautrice e coordinatrice nazionale del progetto PNRR “Turismo delle radici”. Durante l’esposizione del volume sono intervenuti anche gli autori: Riccardo Giumelli, docente Università di Verona e Università di Mar del Plata (Argentina), Delfina Licata di Fondazione Migrantes, curatrice Rapporto Italiani nel Mondo, e Giuseppe Sommario, ricercatore Università Cattolica di Milano. (gci – sip / 15 feb)

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