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Gli inglesi alla scoperta del made in Italy

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Gli inglesi alla scoperta del made in Italy

(17 feb ) La qualità non ammette scorciatoie secondo il Consorzio di Parma: senza conservanti o coloranti, nitriti e nitrati, è perfetto anche per l'alimentazione dei più piccoli. Il Parmigiano-Reggiano contiene solo il 30% di acqua e ben il 70% di sostanze nutritive: per questo motivo è un formaggio ricchissimo di proteine, vitamine e minerali. Con caratteristiche come queste è difficile non eccellere nel panorama gastronomico internazionale. Ecco perché non c'è esposizione, fiera o manifestazione legata ai prodotti di qualità che non veda protagonista una di queste eccellenze del made in Italy. "Discover the Origin" è uno di questi appuntamenti. Ha preso via, infatti, mercoledì nel Regno Unito il progetto di valorizzazione dei prodotti europei di alta qualità: Prosciutto di Parma, vini di Borgogna e di Porto, Parmigiano-Reggiano sono tra i protagonisti del progetto. La campagna, promossa dall'Unione Europea e dall'Italia, Francia e Portogallo, mira a migliorare la conoscenza delle Dop tra i consumatori, distributori e professionisti del cibo e a renderli più consapevoli sulle caratteristiche che rendono questi prodotti così unici e apprezzati in tutto il mondo per sapore, storia e tradizioni. "Discover the Origin" è stato ufficialmente presentato alla stampa il giorno 15 febbraio a Londra e il 16 febbraio a Dublino. Anche questa nuova edizione ha un programma ricco di iniziative e attività che vedranno il Prosciutto di Parma protagonista in Gran Bretagna e Irlanda durante tutto il 2012. In particolare sono previsti eventi di degustazione aperti al pubblico e 15 seminari formativi rivolti a diversi canali distributivi - ristoranti, negozi specializzati, importatori e distributori - in 5 città della Gran Bretagna e 4 città irlandesi. Queste masterclass forniranno le competenze teoriche e pratiche sul Prosciutto di Parma che permetteranno ai partecipanti di guidare i propri clienti e consumatori negli acquisti grazie a una maggiore conoscenza del prodotto. (red)


SCHEDA / CRESCE IL SUCCESSO DELL'AGROALIMENTARE ITALIANO
Il 2010, così come per 2009, non presenta cambiamenti significativi nella distribuzione geografica delle esportazioni agroalimentari italiane. L'incremento dei flussi riguarda, infatti, tutti i principali mercati di sbocco. All'Ue 27, come nel 2009, viene destinata una quota delle vendite pari al 70%, con un aumento delle esportazioni di oltre dodici punti percentuali. Anche l'aumento delle esportazioni destinate al Nord America risulta rilevante (+13,6%) ed è attribuibile esclusivamente alla componente industriale; quest'ultima più che compensa la contrazione del 5,8% delle vendite di prodotti agricoli. Ne deriva una stabilità del peso complessivo dell'area nordamericana sull'export agroalimentare italiano, pari al 10%. I dati, contenuti nel volume "Il commercio con l'estero dei prodotti agroalimentari italiani" sono stati presentati presso il ministero per le politiche agricole insieme all'"Annuario dell'agricoltura italiana". Di assoluto rilievo è invece l'incremento dei flussi destinati al continente asiatico (+20% circa), che nel 2009 era stata l'unica area ad incrementare le importazioni di prodotti agroalimentari italiani. Quello asiatico si conferma, quindi, un mercato di sbocco in forte espansione per l'agroalimentare italiano e tale andamento acquista maggiore rilevanza considerando che tutti i principali prodotti di esportazione destinati a quest'area appartengono al cosiddetto made in Italy. La Germania si conferma, anche nel 2010, il principale cliente per il settore agroalimentare, mantenendo sostanzialmente stabile il proprio peso sulle esportazioni italiane (19,6%). Si riduce invece la quota destinata a Francia (-0,3%) e Regno Unito (-0,5%), secondo e terzo paese di esportazione per l'agroalimentare italiano. Si riduce poi leggermente il peso della Svizzera mentre aumenta quello della Spagna, che torna ad essere il quinto cliente per l'agroalimentare italiano. "L'agroalimentare italiano è sempre più apprezzato nel mondo. I nostri prodotti tipici e di qualità (240 Dop. Igp e Stg) conquistano ogni anno importanti fette di mercato all'estero, riuscendo a contrastare una concorrenza molto agguerrita. Un esempio su tutti: l'export del vino ha toccato livelli altissimi, con oltre 4 miliardi di euro nel 2011. E questo grazie soprattutto all'azione condotta dai nostri produttori che si trovano spesso a operare senza alcun sostegno da parte delle istituzioni preposte. Emerge, quindi, l'esigenza di rafforzare gli strumenti di servizio e di supporto all'internazionalizzazione delle aziende, soprattutto quelle piccole e medie. La proiezione internazionale del nostro sistema agroalimentare è una priorità da favorire e sviluppare" ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi.

 

 


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