Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Cpr, Evi: a Palazzo San Gervasio condizioni disumane, Governo intervenga

Roma, 22 feb - Migranti costretti in ambienti chiusa da inferriate, simili a gabbie, restrizioni alle udienze degli avvocati, fotocamere dei cellulari distrutte per evitare che si riprendano ambienti e fatti, fino alla impossibilità di possedere cellulari di nuova generazione ciò per evitare di connettersi a internet. E soprattutto, utilizzo di fascette di contenzione ai polsi e l’utilizzo indiscriminato di sedativi quali il Rivotril, il Tavor e Talofen per calmare gli ospiti. È quanto mostrano le immagini del servizio andato in onda il 20 gennaio 2023 su “Canale 5” nel programma “Striscia la notizia”, riguardante il trattamento dei migranti reclusi presso il Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) di Palazzo San Gervasio. In seguito al quale Eleonora Evi, coportavoce di Europa Verde, ha presentato una interrogazione ai ministri dell'interno, della salute, della giustizia chiedendo di verificare urgentemente la situazione del Cpr interessato, al fine di valutare se le modalità di detenzioni rispettino la dignità dei detenuti. Ma al di là della situazione di Palazzo San Gervasio "sono profondamente preoccupata dalla situazione disumana che si verifica all'interno di molti CPR – spiega Evi - La disumanità che alberga in queste strutture è inaccettabile e rappresenta un attacco ai valori fondamentali della nostra società". La vicenda del centro di Palazzo San Gervasio è già al centro di un esposto presentato alla Procura da parte dell’avvocata Angela Bitonti, presidente dell’Associazione Adu, che sottolinea come nei centri di permanenza per il rimpatrio non si trovino criminali ma "migranti colpiti da un provvedimento di espulsione perché privi di documenti, un provvedimento amministrativo per cui la privazione della libertà deve essere l’estrema ratio" e che viene invece prolungato per mesi in attesa di rimpatri che il più delle volte non avvengono "perché per eseguirli sono necessari accordi bilaterali che spesso non esistono. Le immagini di Palazzo San Gervasio ci hanno lasciato senza parole, parliamo di ragazzi costretti a ingerire sedativi e tranquillanti: i cpr finché esistono devono essere gestiti nel rispetto della dignità della persona". Jasmine Accardo, della Campagna LasciateCIEntrare (dai Cie, centri di identificazione ed espulsione, che precedevano i Cpr) va oltre: "I Cpr sono strutture che vanno chiuse, perché non crediamo in nessun tipo di miglioramento: sono luoghi utilizzati come strumento di repressione e di un potere che vuole escludere e non accogliere".
(PO / Sis)

(© 9Colonne - citare la fonte)