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Turismo radici, De Vita (MAECI): Progetto partecipato, emigrati partner strategici

Turismo radici, De Vita (MAECI): Progetto partecipato, emigrati partner strategici

Roma, 16 mar - Il progetto sul turismo delle radici "è una grande opportunità. Gli italiani nel mondo sono stati fondamentali nella crescita della società in cui hanno vissuto e l'Italia dovrebbe guardare agli emigrati non solo come ambasciatori del made in Italy, ma come partner strategici". Lo afferma il responsabile del progetto sul Turismo delle radici del Maeci, Giovanni Maria De Vita, alla presentazione del libro "Scoprirsi italiani. I viaggi delle radici in Italia", di Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario, patrocinato dal Maeci. Alla conferenza, organizzata alla Camera dai deputati del PD eletti all'estero Fabio Porta, Toni Ricciardi, Christian Di Sanzo e Nicola Care', ci sono anche il coordinatore delle Consulte regionali presso il CGIE, Luigi Scaglione, sindaci, rappresentanti dell'associazionismo e degli operatori del settore e gli autori del libro. De Vita spiega che "il progetto non è stato calato dall'alto, è nato nel 2018 con un tavolo tecnico, raccogliendo degli stimoli sui territori italiani. Abbiamo iniziato a raccontarci e a capire cosa si sarebbe potuto fare per promuovere il fenomeno". "Avremmo sicuramente voluto più fondi ma riteniamo che questi soldi non siano pochi. Se il progetto riesce ad avere un risultato positivo potrà indurre chiunque si occupi di turismo a ripensare le politiche sul fenomeno", prosegue De Vita sottolineando che "quando il viaggiatore delle radici viene in Italia ha bisogno di essere accolto" e per questo è importante "creare una classe di operatori in grado di gestire questo flusso, consapevole che non sta accogliendo un turista qualsiasi, ma che ha esigenze particolari". Quello sul turismo delle radici "è un progetto pilota: eravamo consapevoli del fatto che andando a operare in un terreno vergine avremmo incontrato delle difficoltà, ma abbiamo deciso di raccogliere la sfida - afferma ancora De Vita - È la prima volta che si crea in Italia una rete di operatori, è un modello che stiamo sperimentando". Il progetto, legato al PNRR, dura tre anni: "contiamo sul sostegno del parlamento per potenziare l'iniziativa. L'obiettivo - conclude De Vita - è formare persone in questo settore, stimolando le regioni affinché riconoscano queste professionalità". (sip - 16 mar)

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