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direttore Paolo Pagliaro

"Colori dei romani": meravigliosi mosaici a Roma

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Appena restaurate e già pronte per essere ammirate per la prima volta: si arricchisce di sedici nuove opere la mostra "Colori dei Romani. I Mosaici dalle Collezioni Capitoline", promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la quale propone al pubblico meravigliosi mosaici dallo scorso 14 marzo fino al 25 giugno, alla Centrale Montemartini a Roma. L'esposizione, a cura di Claudio Parisi Presicce, Nadia Agnoli e Serena Guglielmi, estende così il suo arco cronologico fino all'epoca tardo-antica e propone tipologie di manufatti finora assenti nel percorso espositivo: i mosaici a grandi tessere marmoree e l'opus sectile, raccolti nella nuova sezione "I colori del marmo". Fin dalla sua inaugurazione, ad aprile 2021, il progetto espositivo "Colori dei Romani" si è sviluppato in relazione alla costante e ininterrotta attività di conservazione delle opere musive delle Collezioni Capitoline e, in particolare, del grande patrimonio conservato nella collezione dell’Antiquarium Comunale. Da qui l'idea di un'esposizione "rinnovabile" da implementare di volta in volta con le opere restaurate, che trovano nella mostra l'occasione della loro valorizzazione, accrescono l’offerta al visitatore e consentono di approfondire il tema affrontato. Espressione del lusso fin dalla prima età imperiale, l'uso dei marmi colorati si afferma sempre di più durante gli anni di massima espansione dell’impero, divenendo consuetudine in ambito privato e nell’architettura pubblica, civile e sacra. Appartengono a questa categoria i mosaici in mostra provenienti dalle terme di Diocleziano: frammenti di tessellato a rara combinazione di marmi e porfidi rinvenuti nel corso degli scavi del 1873. All'interno del percorso espositivo è stato inoltre collocato un grande mosaico con motivi vegetali e uccelli proveniente da un sepolcro della necropoli della via Portuense, venuto alla luce nel 1926 durante la costruzione del primo tratto del nuovo viale della Circonvallazione Gianicolense, presso la stazione di Trastevere. Nell'allestimento il mosaico è presentato insieme alle iscrizioni funerarie dei defunti, importanti testimonianze epigrafiche che ci restituiscono informazioni sui proprietari di questi sepolcri, alcuni dei quali di origine straniera. (gci)

PROROGATA "XXIII" DI ADAM MCEWEN A ROMA

Un'esposizione che ha come protagonista la penna a sfera, oggetto onnipresente della vita contemporanea e icona del design moderno: Gagosian ha annunciato la proroga di "XXIII", una mostra di nuovi dipinti di Adam McEwen nella sede romana della galleria, visitabile ora fino al 22 aprile. Trasformandone le sagome trasparenti ed esagonali in rappresentazioni piatte e schematiche, McEwen enfatizza sia l’aspetto lineare che il potenziale creativo di questi oggetti attraverso la pittura acrilica. Nella loro decontestualizzazione del quotidiano, infatti, i dipinti Bic di McEwen si ricollegano alle opere passate dell'artista: dalle sculture a grandezza naturale di oggetti fresati in grafite ai necrologi di persone viventi. Le opere richiamano inoltre l'appropriazione del disegno meccanico nella pittura di artisti quali Francis Picabia, Marcel Duchamp e Roy Lichtenstein. Nella sala principale sette tele rettangolari di identiche dimensioni sottolineano interrelazioni compositive e simboliche. Accomunate da sfondi violacei, presentano tinte che vanno dal lavanda al porpora, applicate alternativamente come strati monocromatici e passaggi pittorici in contrasto deciso con le linee delle penne. Adam McEwen è nato nel 1965 a Londra e vive e lavora a New York. Le sue opere sono incluse, tra le altre, nelle seguenti collezioni: Arts Council Collection, Londra; Aberdeen Art Gallery and Museums, Scozia; Julia Stoschek Collection, Düsseldorf, Germania; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Metropolitan Museum of Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Brant Foundation Art Study Center, Greenwich, Connecticut; Rollins Museum of Art, Winter Park, Florida; de la Cruz Collection, Miami; Rubell Museum, Miami; e Museo Jumex, Città del Messico. (gci)

A MILANO L'INSTALLAZIONE DI MICHELANGELO PISTOLETTO

Milano è pronta a ospitare uno dei maestri dell'arte del '900. Dal 23 marzo al 4 giugno, Palazzo Reale a Milano ospiterà "La Pace Preventiva", una mostra-installazione di Michelangelo Pistoletto pensata appositamente per la suggestiva Sala delle Cariatidi. Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto in collaborazione con Skira, l'esposizione è curata da Fortunato D’Amico ed è parte di Milano Art Week (11-16 aprile 2023), la manifestazione diffusa coordinata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con Miart, che mette in rete le principali istituzioni pubbliche e le fondazioni private della città che si occupano di arte moderna e contemporanea, con una programmazione dedicata di mostre e attività. L'installazione è il risultato del progressivo srotolarsi dei cartoni ondulati disposti sull’intera superficie dello spazio espositivo in cui si aprono gli spazi che accolgono alcuni tra i più emblematici lavori realizzati da Michelangelo Pistoletto nel corso della sua attività, ed è anche una traccia dell’itinerario di consapevolezza che ha gradualmente consentito all’artista di concepire "l'arte al centro di una trasformazione responsabile della società", espressione che costituisce la mission della sua fondazione, Cittadellarte. Un cambiamento possibile, secondo Michelangelo Pistoletto, solo attraverso una reale pratica della democrazia che coinvolga i cittadini e le loro organizzazioni nei processi di trasformazione sociale responsabile. La mostra si estende con tre installazioni nei Musei scientifici del Comune di Milano, Museo di Storia Naturale, Planetario e Acquario Civico, che ospiteranno una serie di incontri di approfondimento nei mesi di apertura della mostra stessa. Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Nel 1962 realizza i "Quadri specchianti", con i quali raggiunge in breve tempo il riconoscimento internazionale. È considerato uno dei precursori e protagonisti dell'Arte Povera con i suoi "Oggetti in meno" (1965-1966) e la "Venere degli stracci" (1967). A partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che costituiscono le prime manifestazioni di quella "collaborazione creativa" che svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre più ampi della società. Negli anni Novanta fonda Cittadellarte a Biella, ponendo l'arte in relazione con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società. Ha ricevuto innumerevoli premi internazionali, tra cui nel 2003 il Leone d’oro alla carriera della Biennale di Venezia e nel 2007 il Wolf Foundation Prize in Arts "per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d'arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo". Nel 2013 riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura. Nel 2022 esce il suo ultimo libro "La Formula della Creazione", edito da Cittadellarte Edizioni. (gci)

LE CERAMICHE DI FAUSTO MELOTTI PROTAGONISTE A LUCCA

A più di settant'anni dal primo incontro tra Carlo Ludovico Ragghianti e la ceramica di Fausto Melotti, e a vent'anni dalla pubblicazione del "Catalogo generale della ceramica" dell'artista, una mostra racconta e approfondisce questa produzione, a torto considerata secondaria, di uno dei protagonisti della trasformazione dell’arte italiana del Novecento. Dal 25 marzo al 25 giugno, infatti, la Fondazione Ragghianti di Lucca organizza e ospita la mostra "Fausto Melotti. La ceramica", a cura di Ilaria Bernardi, un viaggio tra le opere di un protagonista assoluto del rinnovamento artistico italiano del Novecento. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti e il MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia e del Comune di Lucca, l'esposizione si svilupperà in quattro sezioni. La prima inserisce e storicizza la produzione ceramica di Melotti all’interno della sua vita e della sua attività, attraverso una cronologia illustrata della sua vita. La cronologia sarà accompagnata da teche per accogliere importanti documenti del suo archivio legati specificatamente alla produzione in ceramica, tra cui tre suoi quaderni mai esposti finora. La seconda sezione sarà dedicata alle più note tipologie di sculture in ceramica concepite dall’artista: dalle ceramiche a carattere sacro ai bassorilievi, dagli animali alle figure femminili, dai cosiddetti "Onu" fino ai "Teatrini". Tra le opere esposte anche la preziosa "Lettera a Fontana" (1944), esposta nel 1950 alla Biennale di Venezia. Nella terza sezione il video "In prima persona. Pittori e scultori. Fausto Melotti" (1984), di Antonia Mulas, che include un'intervista all’artista. Anticipata da un focus sui multiformi vasi realizzati dall’artista, l’ultima parte del percorso della mostra includerà differenti tipologie di ceramiche (coppe, tazzine, lampade e piatti) che, anche se ispirate a oggetti d'uso quotidiano, sono state concepite dall’artista svincolandole dalla loro funzione e rendendole vere e proprie sculture. Accanto alle opere di Melotti saranno esposte quelle di importanti artisti e designer con cui direttamente o indirettamente ebbe contatti, concesse in prestito dal MIC di Faenza, che conserva la raccolta di arte ceramica più grande al mondo: da Giacomo Balla a Lucio Fontana, passando per Leoncillo ad Arturo Martini, Enzo Mari, Bruno Munari, Gio Ponti, Emilio Scanavino, Ettore Sottsass e molti altri. La mostra sarà accompagnata da un libro-catalogo pubblicato da Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, con le riproduzioni di tutte le opere esposte, documenti, materiali d’epoca e i saggi di Ilaria Bernardi, Edoardo Gnemmi, direttore della Fondazione Fausto Melotti, e Claudia Casali, direttrice del MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, e con una prefazione del direttore della Fondazione Ragghianti, Paolo Bolpagni. Scultore, pittore, disegnatore e poeta, Fausto Melotti (Rovereto, 1901 - Milano, 1986) è stato un raffinato ceramista e, dal secondo dopoguerra sino ai primi anni Sessanta, in questa tecnica ha trovato uno strumento di invenzione e trasformazione della sua scultura. (gci)

ALLA GALLERIA BORGHESE DI ROMA L'ARTE POVERA DI GIUSEPPE PENONE

Oltre trenta opere del maestro dell'Arte Povera Giuseppe Penone intrecciano un nuovo dialogo tra natura e storia, a dimostrazione dell'immutata vitalità della scultura. Si tratta della mostra "Giuseppe Penone. Gesti Universali", a cura di Francesco Stocchi, ospitata dallo scorso 14 marzo fino al 28 maggio alla Galleria Borghese di Roma. Realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila, le opere animano un percorso che attraversa il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise, per espandersi nel Giardino dell'Uccelliera ed eccezionalmente nel Giardino della Meridiana. L'esposizione è stata realizzata grazie al supporto di Fendi, sponsor ufficiale della mostra, ed è accompagnata da un catalogo edito da Electa con un'intervista all'artista e un saggio di Andrea Cortellessa. "Con la mostra di Giuseppe Penone concludiamo la serie di mostre che da due anni cercano di comunicare al pubblico della Galleria Borghese la ricerca su arte e natura, su creatività dell’artista e elementi naturali - afferma la direttrice della Galleria Borghese, Francesca Cappelletti - Il percorso si svolge in maniera significativa da alcune sale del museo allo spazio esterno, consentendo al visitatore di mettere a fuoco relazioni fra la materia e il gesto dell’artista e riscoprire la potenziale alleanza fra l’essere umano e la natura nel ciclo del tempo". Secondo l'artista Giuseppe Penone: "Questa mostra è un dialogo tra oggetti che esprimono dei pensieri di epoche diverse ma che hanno come filo conduttore comune il rapporto tra l’uomo e la materia che lo circonda. Questo avviene nell’azione che produce l’opera e che accomuna le opere della Galleria Borghese con la realtà di oggi. Solo attraverso una riflessione con i materiali e con lo spirito che ha sviluppato quelle forme d’arte, si può creare un dialogo che non è un confronto ma un tentativo di porre l’attenzione su dei valori che si possono ritenere condivisi". (gci)

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