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direttore Paolo Pagliaro

FISCO, UNIMPRESA:
CUNEO OLTRE 50% PIL

FISCO, UNIMPRESA: <br> CUNEO OLTRE 50% PIL

“La riforma fiscale, ormai attesa da parecchi anni, per dare una scossa alla ormai perduta competitività delle piccole e medie imprese italiane, sia nel contesto nazionale sia in quello estero, dovrebbe passare attraverso il riassetto sostanziale della struttura delle imposte dirette e indirette per modificare cosiddetto cuneo fiscale e ridurre drasticamente la pressione del fisco sulle pmi. Del resto, il peso delle tasse, pari al oltre il 50% del pil, non rende competitive le nostre imprese, mentre la burocrazia rallenta e appesantisce tutti i processi produttivi”. Lo dichiara il consigliere nazionale di Unimpresa, Manlio La Duca, commentando un documento che l’associazione ha inviato al governo contenente una serie di proposte nell’ambito della definizione dei decreti attuativi della riforma varata dal consiglio dei ministri.

Queste le proposte fiscali di Uninpresa nel dettaglio: Imposte dirette, Irpef: Estensione della flat tax per tutti i contribuenti, inclusi i lavoratori dipendenti, riduzione del numero di scaglioni a tre con una riduzione delle aliquote esistenti e del tetto massimo del primo scaglione verso l’alto (oggi 15.000 euro). In ultimo andranno riviste le c.d. TAX Expenditures che prevedono una serie di detrazioni e deduzioni dall’imposta a fronte di tutta una serie di costi che ad oggi non vengono tenuti in conto nei dichiarativi non portando alcun sollievo dall’imposta al contribuente.

Ires: riduzione dell’imposta (oggi al 24%!) e promozione delle iniziative di modernizzazione attraverso il sistema 4.0, con il conseguimento di crediti d’imposta, da non contestare e recuperare con i sistemi, a tratti persecutori, che si sono usati negli ultimi anni da parte dell’Agenzia delle Entrate e delle sue emanazioni.

Irap: progressiva eliminazione specie per le pmi e per i contribuenti con organizzazioni e cespiti risibili in termini di valore per quanto costituenti “stabile organizzazione”.

Imposte indirette. Iva: l’imposta sul valore aggiunto andrebbe azzerata o ridotta su alcuni panieri di beni di odierna prima necessità, tenendo conto che oggi, ad esempio, pannolini e acqua minerale scontano l’aliquota ordinaria del 22% (!), a cominciare quindi da carne, pesce, pane, pasta, latte, al fine di iniziare a contenere l’inflazione, che, negli ultimi anni, a causa degli eventi prima pandemici e successivamente bellici ha avuto crescite iperboliche e impatti su tutti gli acquisti.

Burocrazia: attualmente le norme vengono genericamente emanate in maniera semplicistica, succinta e poco articolata, ma, successivamente, la prassi e le innumerevoli circolari applicative e di “chiarimento” complicano la fruizione dei benefici previsti, complice la totale mancanza di controlli a monte, che consente facili speculazioni. Ad esempio di ciò, quanto occorso per i crediti da 110%, che sono stati improvvisamente bloccati causando un enorme problematica alle imprese che si trovano con dei crediti fiscali che non possono più rendere liquidi ma che potranno scontare nel periodo di 5/10 anni. Pertanto, sarebbe meglio ripristinare la misura così come anche tutte le misure di crediti d’imposta, istituendo dei validi e veloci controlli a monte in modo da ridurre la possibilità di frode ed evitare inutili contenziosi successivi, in quanto i controlli arriveranno inesorabilmente troppo tardi.

Contenzioso: attualmente il contenzioso tributario sta attraversando una fase di ristrutturazione dove da giudice chiamato “a gettone” si passerà all’assunzione con contratto di lavoro creando così la vera e propria magistratura tributaria. In questa fase congiunturale, pertanto, sarebbe auspicabile l’introduzione di un condono con il pagamento del 50% delle somme dovute, comprensive di sanzioni ed interessi, per poi iniziare successivamente un “nuovo capitolo” della magistratura tributaria. (18 MAR - deg)

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