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direttore Paolo Pagliaro

FAMIGLIA, ROCCELLA:
CENTRALE PER GOVERNO

Da 17 anni il Trentino è terra “amica della famiglia” con politiche attive a sostegno della natalità, del benessere familiare e dei giovani. In Trentino, infatti, oltre il 90% della popolazione vive in comuni certificati “family”. Nel 2017 il marchio viene esportato in Italia e nasce il Network nazionale dei Comuni amici della famiglia, raggiungendo il risultato di 125 comuni italiani certificati “family”, distribuiti in 11 regioni. Un risultato importante che oggi è stato celebrato a Roma nel convegno “Comuni amici della famiglia” alla Pontificia Università della Santa Croce, promosso dalla Provincia autonoma di Trento. Presente per l’occasione il ministro della Famiglia, Natalità e Pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, che ha dichiarato che “il Governo è convinto che la famiglia debba essere al centro di tutto, di ogni provvedimento”, aggiungendo che proprio il modello Trento, che valorizza il ruolo dei Comuni e delle reti territoriali, è un modello da seguire in altri ambiti. Dopo aver lanciato l’allarme sullo spopolamento dei piccoli comuni, che ha ripercussioni sul welfare e sulla tutela ambientale, la ministra ha affermato che “per tornare alla centralità della famiglia con figli, per recuperare il calo di natalità, dobbiamo recuperare il prestigio del materno”. E ha proseguito sottolineando che “la rivoluzione culturale è permettere alle donne di avere figli senza fare sacrifici”. La ministra ha sottolineato che l’assegno unico, come strumento a favore delle famiglie, deve essere difeso, aggiungendo che “su questo chiediamo che tutte le forze politiche siano collaborative”. Maurizio Fugatti, presidente Provincia autonoma di Trento, ha espresso soddisfazione per l’evento, spiegando che “sappiamo che la famiglia è un tema di attualità, come le problematiche della famiglia, l’attenzione che le autorità stanno ponendo al centro, anche per la crisi demografica. Anche in un territorio come il nostro, dove il calo è minore, ma c’è, lo dicono i numeri, diventa centrale questa tematica”. “È motivo di orgoglio essere qua e presentare un percorso che ha radici profonde nel modello trentino rispetto alle politiche per la famiglia - ha proseguito Fugatti - dobbiamo aver fiducia di continuare a lavorare su questo percorso”.

Presente anche Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il quale ha evidenziato come “la crisi dell’Italia riguarda il tema della famiglia. Soltanto insieme possiamo uscirne. La sinergia è decisiva per affrontare il tema della famiglia”. “Il grande problema della famiglia, dove in passato abbiamo visto troppi interventi spot, resta il problema dell’individualismo - ha spiegato il presidente della CEI - La vera sfida è far comprendere che solo con la famiglia se ne può uscire”. D’accordo con Zuppi anche Luciano Malfer, dirigente generale Agenzia per la coesione sociale della Provincia autonoma di Trento, il quale, dopo aver esposto le iniziative del Network, ha sottolineato che la famiglia non è un costo ma una risorsa. Numerosi all’evento anche i rappresentanti delle associazioni per la famiglia. Alfredo Caltabiano, presidente Associazione nazionale famiglie numerose, nel suo intervento ha affermato che “la Provincia di Trento ha indici di natalità più elevati d’Italia perché lì si fanno da tempo politiche familiari. Noi siamo in una trappola demografica”, oltre a specificare che le politiche familiari non vanno confuse con quelle assistenziali e che occorre una vera sussidiarietà orizzontale per affrontare il tema. “I comuni oggi sono chiamati ad essere ‘family friendly’ - ha detto invece Regina Maroncelli, presidente Confederazione europea delle famiglie numerose - vogliamo ‘contagiare’ anche le imprese, che come i comuni subiscono il contraccolpo della denatalità”. Presenti all’evento anche Vera e Stefano Zamagni, professori John Hopkins University, Lauro Tisi, vescovo Arcidiocesi di Trento, Luis Navarro, rettore Pontificia Università della Santa Croce (PUSC), e i rappresentanti dei Comuni che hanno portato le loro testimonianze. (29 MAR – gci)

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