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direttore Paolo Pagliaro

La cultura del fare
cerca statali

La cultura del fare <br> cerca statali

di Paolo Pagliaro

Con l’aria di superiorità che la distingue, la cosiddetta cultura del fare da anni mette alla berlina la cultura del posto fisso, con una riprovazione  particolare  per chi ha cercato riparo nell’’impiego pubblico, scelta  giudicata pigra e poco performante.
Oggi però scopriamo che probabilmente perderemo   decine di miliardi del Pnrr perché nelle amministrazioni centrali e periferiche – dai ministeri ai comuni - manca il personale in grado di spenderli.
Lo ha detto l’altro ieri la Corte dei Conti, lo confermano tutte le analisi sullo stato di attuazione dei programmi concordati con l’Unione europea.  Tra le difficoltà che sta incontrando il Pnrr  la principale è appunto   l’assenza di  tecnici in grado, come si dice, di “metterlo a terra”.
Da tempo un gruppo di economisti e sociologi di alcune Università sta lavorando a un piano straordinario di assunzioni nella Pubblica Amministrazione.  Uno di loro, Guido Ortona, spiega sulle pagine del sito  “Volere la luna” che in Italia ogni addetto alla pubblica amministrazione deve occuparsi in media delle pratiche di più di 50 cittadini, contro i 25-30 dei paesi  - come Francia o Spagna - con cui amiamo confrontarci.  Per raggiungere gli standard della Francia sarebbe necessario assumere 1.890.000 nuovi addetti.  
La prima conclusione è che  non si potrà risolvere il ritardo dell’Italia per quanto riguarda l’efficienza della Pubblica Amministrazione senza ricorrere a un massiccio aumento di personale.
La seconda, non meno importante, è che se il numero di addetti alla produzione di servizi pubblici fosse lo stesso di Francia, Germania e Regno Unito,  l’Italia avrebbe il  tasso di disoccupazione più basso.

 

 

 

 

 

 

 

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