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direttore Paolo Pagliaro

MELONI: SUI MIGRANTI
CONVINCERÒ L’EUROPA

La premier Giorgia Meloni, in un'intervista al Piccolo di Trieste per le elezioni in Friuli Venezia Giulia parla di economia, guerra e migranti. “Non ho nessuna intenzione di cedere all'ideologia della resa che ci aveva reso succubi in Europa sui migranti, un tema cruciale per il futuro della nazione”, dice il presidente del Consiglio come riporta anche La Stampa, che pubblica uno stralcio dell’intervista. In merito alla tornata elettorale, Meloni spiega che “Mi interessa la vittoria del centrodestra e di Massimiliano Fedriga, un ottimo presidente, perché questa Regione per noi è una parte fondamentale della nostra strategia per l'Italia. Il giorno dopo il voto è sempre quello giusto per fare un bilancio, sta per arrivare, siamo agli ultimi cento metri e Fratelli d'Italia darà un contributo importante per tagliare il traguardo con un sorriso”. Autonomia differenziata. Cosa risponde a chi accusa la destra di essere ancora centralista? E qual è il rapporto che vuole impostare con le Regioni? Cosa rimarrà della specialità del Fvg se la riforma firmata da Calderoli diventerà effettivamente realtà? “Questa storia del centralismo della destra è un refrain antico, la realtà è che oggi governiamo quasi tutte le Regioni e lo facciamo sempre con la bussola dell'unità nella diversità, anche a livello delle amministrazioni locali, non solo in Europa. Il Fvg non perderà niente di quello che ha, se lo vorrà potrà aggiungere nuove competenze e contare su un aspetto che finora viene taciuto e invece costituisce una garanzia per chi è già virtuoso e chiede che le risorse del bilancio dello Stato vengano ben impiegate: tutti dovranno spendere meglio”. Il governo è stato inondato di polemiche dopo Cutro e le affermazioni sull'inopportunità delle partenze. Questo fenomeno tocca da vicino il Fvg in quanto terminale della rotta balcanica. Come si gestisce la questione migratoria sul confine? Può bastare qualche riammissione informale (peraltro riconosciute come illegali) e l'annuncio da parte del Viminale di un hotspot ancora non individuato? “L'emergenza del fronte Sud, quello del Mediterraneo centrale e orientale, è sotto gli occhi di chi vuol vedere, ma il nostro approccio al problema dell'immigrazione illegale è chiaro, gli ingressi clandestini in Italia sono un danno prima di tutto per chi cerca un nuovo inizio nella nostra nazione, rispettando la legge. Questa per me è la condizione essenziale, tutto il resto è una conseguenza. Dunque il Friuli Venezia Giulia deve poter contare su frontiere sicure, immigrazione regolata e gestita secondo i bisogni dei territori, delle popolazioni, delle imprese. Il nostro negoziato con l'Unione europea è all'inizio e sta già dando i suoi frutti, sono stati fatti passi avanti impensabili, ho fiducia e non ho nessuna intenzione di cedere all'ideologia della resa che ci aveva reso succubi in Europa su un tema cruciale per il futuro della nazione”. Non è mancato un accenno alla guerra in Europa: “L'Ucraina – ha detto Meloni - è per noi una speranza di pace e un'opportunità per il futuro. Quando la guerra finirà —e io mi auguro che accada presto—le imprese italiane saranno pronte a cogliere la sfida per far rinascere l'economia di Kiev. Siamo già al lavoro, martedì scorso il presidente Zelensky al telefono mi ha manifestato il suo grande apprezzamento per la Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina in programma a Roma il 26 aprile, sarà l'occasione per rafforzare i rapporti tra Kiev e le imprese italiane. Per le aziende del Fvg, per Trieste e il suo porto, per la naturale proiezione di questa regione verso l'Est, sarà una possibilità da cogliere. Ma ripeto, prima bisogna costruire la pace e poi ricostruire l'Ucraina. (31 mar / deg)

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