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Buoni del Tesoro
lo Stato in trappola

Buoni del Tesoro <BR> lo Stato in trappola

di Paolo Pagliaro

Storicamente, l’Italia è sempre stato un paese finanziariamente fragile, con la necessità di indebitarsi per sostenere la crescita. In un libro pubblicato nel maggio scorso da Vita e Pensiero, gli economisti Massimo Bordignon e Gilberto Turati spiegavano come fosse diventato difficile anche se non impossibile garantire nel tempo la sostenibilità del debito.
Oggi, a un anno di distanza, nuovi conti generano nuovi allarmi. Non solo perché il debito sembra avviato a a tagliare il traguardo dei 3 mila miliardi, evento atteso entro il 2025, ma anche perché rischia di diventare insostenibiile il peso degli interessi che su quel debito stiamo pagando.
Come si legge nel nuovo programma di finanza pubblica da ieri all’esame del Parlamento, e come spiega Gianni Trovati sul Sole 24 Ore, nel 2024 l’Italia spenderà per interessi sul debito il 4,1% del Pil , che è il doppio, il triplo o il quadruplo di ciò che pagano gli altri paesi europei. Tradotta in euro, la spesa sarà di 75 miliardi quest’anno, 85 il prossimo, 100 miliardi fra quattro anni. Somma enorme, se si pensa che il bilancio dello Stato riserva all’istruzione 52 miliardi e al lavoro meno di 20. Il Sole ha calcolato che la spesa annuale per interessi sarà di 1.398 euro per ogni italiano, compresi i rari neonati. Una spesa alimentata dall’inflazione e dall’aumento dei tassi.
Per migliorare il rapporto tra debito e Pil servirebbe una crescita economica duratura e significativa. Ma servirebbe anche una politica dell’immigrazione in chiave demografica e occupazionale: nel documento di economia e finanza del governo sta scritto che un aumento del 33% degli immigrati porterebbe, in prospettiva, a un calo del debito del 30%.

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