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direttore Paolo Pagliaro

Fotografia
di un Paese fermo

Fotografia <br> di un Paese fermo

di Paolo Pagliaro

Il Rapporto sul benessere equo e sostenibile, redatto ogni anno dall’Istat, non raccoglie umori ma dati ed è per questo la fotografia più attendibile dello stato di salute del Paese, un documento importante per orientare le politiche pubbliche. L’edizione 2022 è stata presentata oggi, sono 300 pagine che ci parlano di salute, istruzione, lavoro, benessere economico, sicurezza, ambiente, soffermandosi sui divari regionali e quelli tra generazioni, gli squilibri di genere e quelli di reddito. Sulla base di 152 indicatori. il rapporto misura e descrive le trasformazioni rispetto al 2019, l’ultimo anno prima della pandemia.

Una delle tante tabelle mette a confronto l’Italia con gli altri Paesi dell’Unione, e ci dice che stiamo meglio per alcuni, pochi, indicatori, Abbiamo un basso tasso di omicidi, 0,5 ogni 100 mila abitanti, ben al di sotto della media dei paesi europei, che è di circa il doppio. Siamo il Paese con più donne nei consigli d’amministrazione e siamo ai vertici della graduatoria per speranza di vita alla nascita: 82 anni e 5 mesi contro gli 80,1 degli altri. Siamo tra i Paesi virtuosi anche per quanto riguarda l’abbattimento delle emissiomi che alterano il clima, per la raccolta differenziata dei rifiuti e la riduzione di quelli smaltiti in discarica, per i costi legati all’abitazione. Ma qui finiscono le buone nozie. Perché per il resto l’Europa cresce a una velocità che in molti casi è il doppio o il triplo della nostra. Il divario è drammatico in particolare per quanto riguarda il lavoro e la condizione dei giovami, l’occupazione femminile, lo sviluppo delle reti digitali, la formazione professionale, la capacità di arrivare senza problemi a fine mese. L’Istat non tira le somme, ma nella visione d’insieme proposta dal Rapporto le ombre prevalgono. 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)