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direttore Paolo Pagliaro

Mattarella
e Marco Polo

di Paolo Pagliaro

Sono considerazioni destinate a restare quelle che Sergio Mattarella affida oggi a Marzio Breda, che sul Corriere della Sera lo invita a parlare del ruolo della cultura italiana in Europa. Il presidente dice che forse, la lettura del Milione di Marco Polo potrebbe aiutarci a comprendere lo spirito con cui va guardato il mondo. Lo scambio – dice il capo dello Stato - apre le menti, consente di rimuovere pregiudizi e nozioni artefatte che ci ricacciano in recinti neo-tribali. Ricorda Mattarella che il progresso del mondo è avvenuto anche, se non soprattutto, grazie agli scambi con le culture ‘altre’. Che sul Mediterraneo è stata concepita l’intera Europa. e che quel mare resta il luogo in cui si affermano i valori del nostro continente. La fraternità europea – osserva il presidente - sarebbe più forte se fosse sempre ugualmente riservata a chi fugge oltre che dall’Ucraina, anche da altre guerre, da altra fame, da altre catastrofi.
Oggi si festeggiava il Natale di Roma, che secondo la leggenda sarebbe stata fondata il 21 aprile del 753 avanti Cristo. Ogni anno la ricorrenza si presta a promozioni turistiche ed eccessi di retorica, ma oggi c’è stata una piccola gemma. La Fondazione Leonardo e il museo Maxxi – guidati da intellettuali di orientamento molto diverso come Luciano Violante, Pietrangelo Buttafuoco e Alessandro Giuli - hanno infatti organizzato una giornata di studi e di performance dedicate al mito di Enea, l’eroe virgiliano sbarcato sulle coste laziali da straniero, sconfitto e profugo. Enea non fu respinto, con lui nacque anzi quella civiltà dell’accoglienza che oggi si è voluta celebrare tra il Maxxi e il sito archeologico di Lavinio, in attesa che lo faccia il Parlamento.

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